Mercoledì sarà ricordato come uno dei giorni più importanti per il Tempio crematorio di Biella. In comune sono state consegnate le chiavi dell’impianto al nuovo gestore la TcB (Tempio crematorio Biella), la società temporanea d’impresa nata per partecipare al bando del Comune che cercava chi potesse far dimenticare la scandalosa gestione da parte di So.cre.bi. La notizia è confermata dal sindaco Claudio Corradino che non nasconde una certa soddisfazione. «Considerati i tempi della burocrazia e della legge, con cause penali e civili, riaprire dopo quattro anni dai fatti, è un bel traguardo. Lo si deve al coraggio della mia amministrazione. Appena abbiamo potuto abbiamo forzato la serratura e ci siamo rimpossessati della struttura. Il coraggio di allora è stato premiato». Ora quali saranno i tempi perché l’impianto possa effettivamente tornare in esercizio? A rispondere Michele Marinello, presidente della società TcB: «Credo che entro la terza o quarta settimana di luglio potremo assicurare ai biellesi il servizio. Ora dobbiamo procedere a un sopralluogo. In questi giorni i tecnici che avevano costruito l’impianto lo testeranno. Bisogna capire quali interventi di manutenzione saranno necessari dopo quattro anni di inattività e in considerazione che l’impianto venne bloccato in circostanze d’emergenza». Marinello poi spiega: «Vogliamo, come già detto molte volte, assicurare la massima trasparenza ai familiari. Sarà infatti installato un impianto di telecamere che consentirà di tracciare il percorso del feretro da quando entra in struttura a quando le ceneri usciranno in un urna. La tranciabilità sarà assicurato con orari precisi e l’indicazione di un identificativo dell’operatore». unica ambientale. La nuova società è nata dal raggruppamento d’imprese Altair Funeral di Bologna ed Ecoly di Borno (Bs). La chiusura del Tempio data all’ottobre 2018 quando i carabinieri, coordinati dalla Procura, effettuarono, dopo circa un mese di indagini, il blitz che avrebbe portato all’arresto di un dipendente e di uno dei titolari. Le indagini avevano infatti portato a scoprire che all’interno dell’impianto, per aumentare il giro d’affari, si erano effettuate delle cremazioni doppie.
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