Addio a Sergio Fighera. È un altro fine settimana triste per il mondo della comunicazione biellese. Era il maestro e il decano dei fotografi di casa nostra. Aveva 92 anni e da qualche giorno era ricoverato in ospedale. Oggi pomeriggio l’aggravarsi delle sue condizioni fino al decesso.
Non c’è nessuno a Biella e dintorni che possa dire di non aver sentito quel nome tanto iconico se pensavi alla fotografia. Arrivato dal Veneto, aveva aperto il suo primo negozio di fotografia a Valle Mosso con la sorella Maristella, scomparsa nel gennaio scorso all’età di 87 anni. Nel 1968, lasciando la sorella a Valle Mosso, aveva aperto il suo di negozio a Biella. Dagli anni ’60 non c’è stato un momento della vita pubblica del Biellese che non sia passato dal suo obiettivo. Professionista di grande livello ha segnato un’epoca lunghissima, presto affiancato anche dal figlio Giuliano, mancato ormai più di un anno e mezzo fa. Sergio Fighera c’era ovunque: a mettere assieme un gruppo in una piazza, a fotografare una cresima, a immortalare un’inaugurazione, a sporgersi nelle pieghe della cronaca per documentarla con le immagini. Fuori Biella le sue foto sono diventate parte di un libro sulla tragedia del Vajont.
Di storie da raccontare ce ne sarebbero un’infinità, dalla strada al bancone di quel negozio in via Cottolengo, ormai chiuso da qualche tempo, ma rimasto una sorta di “luogo sacro” e “identitario” della città.
Oggi lo piangono colleghi e amici e tante di quelle persone che almeno una volta sono finite davanti al suo obiettivo. Nel dolore lascia la moglie Verena, il fratello Andrea e il nipote Sergio. Sergio Fighera abitava a Sandigliano.
Rosario e corona non sono ancora stati fissati.
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