Alcol e guida: confronto multidisciplinare su stili di vita, aspetti sanitari, psico-socioeducativi e legali
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La Sala Convegni dell’ospedale di Biella ha ospitato il convegno “Alcol e guida: confronto multidisciplinare su stili di vita, aspetti sanitari, psico-socioeducativi e legali”, organizzato da Servizio per le Dipendenze Patologiche (Ser.D.) e Formazione e Sviluppo Risorse Umane dell’AslBi e promosso nell’ambito del Piano regionale di prevenzione della Regione Piemonte. L’appuntamento della mattinata di venerdì 7 ottobre era focalizzato sulle attività di prevenzione rispetto alle problematiche correlate al consumo di alcol alla guida, finalizzato a un’azione coordinata sul territorio.L’incontro, aperto dai saluti di Antonella Croso (Direttore Direzioni Professioni Sanitarie AslBi) e di Fiorella Fonte (Viceprefetto Aggiunto Prefettura di Biella), ha visto l’intervento in qualità di relatori di diversi specialisti, addetti ai lavori e rappresentanti delle istituzioni locali tra cui:Maela Beccaria, Psicologa Psicoterapeuta Ser.D. AslBi;Silvia Botta, Assistente Sociale Uffici di Esecuzione Penale Esterna Biella-Vercelli;Carmen Coppola, Dirigente Medico Psichiatra Psicoterapeuta, Referente Settore Alcologia AslBi;Rossana Daverio, Educatrice Ser.D. AslBi;Maria Fauciglietti, Assistente Sociale Ser.D. AslBi;Antonella Fiorino, Commissario Polizia Stradale di Biella;Valerio Foglia Taverna, studente e Vicepresidente Consulta Provinciale Giovani Biella;Maura Mello Rella, Dirigente Medico SSD Medicina Legale AslBi;Luca Sala, Direttore Dipartimento di Prevenzione AslBi;Andrea Scardellato, insegnante di autoscuola - Autoscuola Biella Uno;Lorenzo Somaini, Direttore Ser.D. AslBiMilena Vettorello, Dirigente Medico Dipartimento di Prevenzione AslBi.«Il convegno si poneva come un momento di incontro e confronto fra i vari partecipanti che hanno affrontato questa tematica, evidenziandone gli aspetti legali, penali, sanitari e di prevenzione – spiega Coppola, Responsabile Scientifico del convegno – La partecipazione attiva dei giovani al convegno e il loro punto di vista sul consumo di alcol, soprattutto nei contesti del divertimento, sottolinea la necessità di un loro coinvolgimento nelle attività di promozione della salute».«La sinergia e il “fare rete” sono aspetti fondamentali per affrontare a tutto tondo anche sul territorio una problematica diffusa a livello generale, per questo una partecipazione così ampia al convegno da parte delle istituzioni rappresenta una solida base dalla quale coordinare azioni condivise per il benessere della cittadinanza», commenta Somaini, anch’egli Responsabile Scientifico del convegno.L’abuso di alcolL’abuso di alcol è un grave problema di salute pubblica e rappresenta in Europa, che ha il maggior numero di consumatori di alcol al mondo, il terzo fattore di rischio di malattia e di morte prematura (dopo fumo e ipertensione arteriosa) e il primo per i giovani, legato soprattutto agli incidenti stradali.Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità e dalla relazione annuale del Ministero della Salute in occasione dell’Alcohol Prevention Day 2021, è emerso come nel 2019 gli incidenti stradali (dati rilevati da Carabinieri e Polizia Stradale) per i quali almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza, sono stati circa 5.117 su un totale di circa 59mila; quindi l’8,7% degli incidenti rilevati dalle Forze dell’Ordine deputate al controllo risultava essere alcol-correlato.Sempre nel corso del 2019 in Italia, come risulta dalla relazione, gli accessi in Pronto Soccorso con una diagnosi principale o secondaria riferibile all’alcol (69% maschi e 31% femmine) sono stati circa 43mila. La fascia di età maggiormente rappresentata delle persone che si sono recate in Pronto Soccorso è stata quella dei 18-44 anni; emerge però anche un dato preoccupante, ovvero che il 10% circa degli interventi era stato effettuato per minorenni.Cosa è cambiato nella modalità di assunzione dell’alcol rispetto al passato? Secondo la relazione, il consumo di alcol non è più quotidiano, ma fuori pasto e concentrato soprattutto nel fine settimana (fenomeno del “binge drinking”); è aumentato il consumo nel sesso femminile e nelle persone over 60 e, per la prima volta, nei minorenni il divario di genere si è notevolmente ridotto.La recente pandemia ha accentuato una modalità di consumo a rischio: possibilità di acquisto online, senza alcun controllo sulla età dell’acquirente (limite 18 anni per acquisto di alcolici), l’isolamento sociale, l’utilizzo dell’alcol per effettuare happy hour via social e delle “neknomination”, in cui si fa a gara su chi “scola” una bottiglia di alcolico in videochat o registrando l’atto temerario.
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