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Neppure due anni dopo suo fratello Andrea anche Marco riesce dove solo in pochi sono riusciti. Lui si schernisce. «Beh ad arrampicare il nono grado “a” in Italia saremo una dozzina. Veramente in pochi, a livello mondiale, sono i climber che fanno il nove “b”. E quelli che arrivano al 9 “c” si contano sulle dita di una mano». Lui è Marco Zanone, climber e film maker, classe 1994. La scorsa settimana ha scalato “Coupe de Grace” una via su una impressionante parete in val Bavona, sopra Locarno. A quell’obiettivo, quella via di granito perfetta, definita da uno dei soli cinque climber che l’hanno salita come «la più bella via estrema di granito al mondo», Marco ci stava dietro dal 2015. «Non ho più tenuto il conto dei tentativi, forse una quarantina. Di mezzo ci sono stati gli impegni di studio». Nel frattempo Marco si è infatti diplomato alla Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano. «Nel 2017 ha avuto la fortuna di condividere la goia di mio fratello Andrea quando completò il tiro. Da quel momento in poi ho cominciato a sognare, e non aspettavo altro di poter provare tutte le emozioni che aveva provato lui in quel giorno. A quel punto ho deciso di girare un mini documentario su questa grande salita unita al suo lavoro di tracciatore e istruttore. Per tutto il 2018, a causa del brutto tempo la via era bagnata e improbabile, ho passato ore al computer montando le sequenze della via, continuando a sognare di poter raggiungere a mia volta quel traguardo» conclude Marco. Per due fratelli Zanone, figli di quel Pier Zanone, promessa dell’alpinismo e dell’arrampicata biellese negli anni ‘80, ora si aprono nuovi obiettivi e chissà che non si riesca presto a festeggiarli per il raggiungimento di un ulteriore step. «Un po’ di riposo e poi via a studiare la Ceüse, una bellissima falesia in Francia» rivela Marco.
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