All'ospedale di Biella una donna in gravidanza con un tumore maligno all’intestino partorisce e si salva
Questa è la storia di una mamma che mette al mondo una bambina e si salva da un tumore maligno senza conseguenze. La chiameremo Anna. La scorsa estate è al terzo trimestre di gravidanza e si presenta al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Biella con un mal di pancia. Ha dei sintomi lievi a livello intestinale, che si porta avanti da alcuni mesi. Inizialmente questi disturbi paiono riconducibili alla condizione di maternità, ma in un secondo tempo i professionisti decidono di andare a fondo e vederci più chiaro, scoprendo un tumore maligno al colon. La sanità è valutata, gestita e quasi sempre fa notizia sulle pagine dei giornali sulla base di grandi numeri. In questa storia quello che si vuole mettere in luce è quanto sia in grado di fare la differenza la competenza, unita all’esperienza e alla capacità di lavorare in squadra, dei professionisti del Servizio Sanitario Nazionale, anche in questi tempi non facili, che pur tuttavia non offuscano le eccellenze di cui il SSN è capace. A fronte di sintomi apparentemente comuni, ciò che permette di distinguere un caso da approfondire da altri mille analoghi e che non richiedono indagini, è infatti quel particolare mix di intuizione e conoscenza che guida il lavoro di qualunque professionista e che in Medicina può rivelarsi di vitale importanza. Il lieto fine è arrivato a conclusione di un percorso che è stato valutato e condiviso da un’equipe multiprofessionale, composta da ginecologi, ostetriche, gastroenterologi, chirurghi, radiologi, pediatri ed infermieri che hanno supportato la signora fino alla nascita della piccola, all’operazione in laparoscopia. Eseguire una colonscopia in gravidanza non è di per sé una procedura comune, ma la decisione tra le équipe di Gastroenterologia e quella di Ostetricia e Ginecologia, è stata fin da subito unanime e si è rivelata essere la scelta vincente nel pieno interesse della salute della paziente e della bambina che è nata con parto naturale indotto un mese prima del termine, per consentire alla mamma l’intervento chirurgico eseguito in laparoscopia da parte di Roberto Polastri, Direttore della S. C. di Chirurgia Generale e del Dipartimento Chirurgico dell’Asl di Biella, e della sua équipe, alcuni giorni dopo la nascita della piccola. Con l’arrivo dell’esito dell’esame istologico la famiglia ha potuto tirare un sospiro di sollievo. L’intervento si è rivelato decisivo, evitando alla neomamma ulteriori terapie, così come valutato dall’apposito gruppo interdisciplinare aziendale, che si occupa della gestione dei pazienti oncologici con tumore all’intestino.
Ha così commentato il Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia, Bianca Masturzo: «Ringrazio tutto il mio staff che ha seguito la paziente, in particolare le dottoresse Chiara Botto Poala, Francesca Federici e Chiara Germano, ma anche l’ostetrica Veronica Festa, che ha assistito le ultime fasi del parto, unitamente a tutto il team delle ostetriche coordinato da Michela Meconcelli: il loro apporto ha avuto un ruolo determinante nel supportare da ogni punto di vista la coppia in quei giorni decisivi, prima e durante il parto, che è avvenuto naturalmente proprio per permettere ai genitori della piccola di vivere l’esperienza della nascita nel modo più fisiologico possibile, preservando la mamma dall’affrontare due interventi chirurgici così ravvicinati, che avrebbero potuto aumentare i rischi di complicanza, e da uno stress fisico ulteriore. La coppia ha saputo reagire nel migliore dei modi e collaborare con serenità e fiducia durante tutto l’iter, contribuendo a creare un clima favorevole alla buona riuscita del parto e al recupero della signora che è uscita dall’Ospedale con la sua bambina e 3 buchini da 5 millimetri sulla pancia. Ci tengo a ringraziare pubblicamente le équipe dei reparti di Chirurgia e Gastroenterologia, senza il cui apporto questo risultato, frutto di un lavoro corale e ad altissimo livello, non sarebbe stato possibile».
I genitori hanno così commentato la loro esperienza presso l’ospedale di Biella: «Abbiamo avuto piena fiducia nello staff medico. Quando siamo arrivati in Pronto Soccorso ci siamo sentiti ascoltati e il caso è stato preso seriamente fin da subito, con preoccupazione professionale. Vogliamo ringraziare tutti i sanitari per il loro servizio, ottimo per tempistica e modi ma anche per il sostegno umano che ci hanno donato in ogni fase».
Questo il pensiero che la coppia, insieme alla piccola, ha consegnato personalmente ad ognuna delle équipe dell’ospedale che ha avuto parte in questo capitolo così importante della loro vita: «Il kintsugi è l’arte giapponese di aggiustare i cocci rotti delle ceramiche con polvere d’oro colato, creando pezzi unici ed irripetibili. Voi siete la polvere d’oro che con professionalità, determinazione e umanità riattacca i cocci di tantissimi pazienti e famiglie, dando loro speranze e vite migliori. Noi vi ringraziamo con tutto il cuore per aver riempito e saldato le crepe del nostro universo rendendolo meraviglioso e per averci dato la possibilità di essere una famiglia con un futuro splendente. Grazie infinitamente».
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