È conto alla rovescia per il Salone del mobile in programma a Milano dal 18 al 23 aprile. Fra le poche le aziende che possono vantare una presenza ormai ventennale all’evento, Serralunga 1825 presenterà, fra le diverse collezioni di arredi da esterno e accessori, anche un divano disegnato da Zaha Hadid, l’archistar irachena il cui nome è annoverato con i più importanti esponenti del design mondiale, scomparsa nel 2016. Sarà un divano di plastica, come tutti gli oggetti che escono dalla fabbrica alle porte di Biella che si affaccia sul torrente Cervo, frutto di creatività, prima di tutto, di ricerca e innovazione.
Ma senza la plastica non ci sarebbe stato futuro: è un materiale fra i più duttili, riciclabile a costi ben inferiori rispetto ad altre materie prime, in termini di energia, acqua e agenti chimici. Il problema è il cattivo uso che se ne fa.
Con una storia che sfiora due secoli, Serralunga 1825 può vantare di essere stata fra le prime in Europa a sviluppare la tecnologia dello stampaggio rotazionale e la prima a sviluppare nuovi sistemi di laccatura utilizzando i pattern. L’attenzione all’ambiente nel tempo si è consolidata facendo del riciclo e del concetto di “second life” uno dei suoi tratti distintivi.
«Usiamo la plastica riciclata da produzioni precedenti ma per i nostri prodotti buona parte del materiale proviene dagli scarti, per intenderci da ciò che, a fine vita, viene recuperato prima di andare a ingrossare le discariche» spiega Marco Serralunga.
È questione di mentalità e per questo motivo, per esempio, contenitori e oggetti usa e getta non dovrebbero più esistere, sono uno scempio per il pianeta. Del resto dal mercato e quindi dai nostri clienti, oggi le richieste sono in linea con questa filosofia. Consideriamo la plastica un materiale prezioso che va usato con attenzione e solo quando ha senso. In quest’ottica i nostri prodotti, a loro volta, sono riciclabili al 100 per cento». Assecondando il cambiamento, oggi Serralunga ha trovato il suo spazio nell’e-commerce, nel settore Horeca (hotel, restaurant, cafè) e nella formula outlet, quella che piace a chi è a caccia delle migliori offerte in tutti i settori merceologici, ivi compreso quello dell’arredamento.
«Abbiamo iniziato a impiegare sempre più materia prima di “seconda vita”, passando dal 30 al 70 per cento, senza ridurre o penalizzare la qualità e la resistenza dei nostri oggetti. E, naturalmente, il nostro stabilimento produttivo è dotato di pannelli fotovoltaici che abbassano al minimo i consumi energetici nel rispetto dell’etica ambientale».
Parallelamente se è cambiato il modo di produrre, recentemente è cambiato anche il modo di vendere. Per Serralunga la vera svolta è arrivata con la pandemia. Il business è ora rivolto a bar e ristoranti che richiedono tavoli e sedute e che rappresentano una fetta importante delle vendite.
«Gli alberghi si sono dotati di piscine. Il turismo in Italia, dati alla mano, è cresciuto e le strutture che possono offrire zone relax e spa sono fra quelle più ambite. È successo così anche per i privati. Il giardino con il lockdown è stato notevolmente rivalutato e meglio ancora se c’è spazio per una piscina, anche piccola. Le vendite on line sono triplicate ma abbiamo notato che l’outlet aziendale è un’atout per chi vuole vedere e toccare con mano un prodotto, per chi ama avere una vasta scelta per poter trovare la soluzione migliore. Per questo abbiamo previsto un’apertura speciale in questo fine settimana, dedicata alla primavera».
© RIPRODUZIONE RISERVATA