Burcina: un patrimonio biellese. Progetti e prospettive per il futuro
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Salvaguardia dell’ambiente, educazione e valorizzazione, attraverso la rete con gli altri parchi biellesi, di un patrimonio comune da mettere a valore. Si muovono tutti su queste linee guida i progetti che l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore sta attivando per il Parco Burcina in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.
Sullo sfondo, a ispirare un’azione che guarda lontano, gli obiettivi dell’agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile e la Candidatura di Biella al network Città Creative Unesco, all’interno della quale il Parco creato da Felice Piacenza verrà certamente valorizzato come area naturale che rappresenta da un lato il mecenatismo culturale degli industriali tessili e dall’altro la creatività biellese che dalla scelta dei colori per i filati più belli del mondo si è riverberata in modo del tutto naturale nell’amore per i fiori e le piante più rare.
"Proteggiamo la natura con la cultura”: è questo lo slogan scelto per valorizzare la Burcina e portato avanti con convinzione dal consigliere delegato dell’Ente di gestione Alessandro Ramella Pralungo che spiega: «I nostri filoni di azione sono tre: laboratori didattici, eventi culturali e educazione ambientale, uniti possono non solo contribuire a difendere questa splendido parco, ma valorizzarlo in circuiti turistici più ampi. Sono molto contento della strada che Ente Parchi e Fondazione Cassa Risparmio di Biella hanno percorso insieme per la valorizzazione del Parco Burcina. Una collaborazione che mi ha permesso di vedere all’opera professionalità che sono il valore aggiunto di ogni territorio».
«La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ha sostenuto tutti i progetti per la valorizzazione del Parco Burcina con un contributo complessivo di oltre 25 mila euro nella convinzione che esso rappresenti un asset strategico per il territorio anche alla luce della candidatura Unesco – spiega il presidente Franco Ferraris – Unendo natura, cultura e sostenibilità ritroviamo infatti il Terzo Paradiso che è il logo di questo percorso e del Biellese».
Burcina’s green minds
La finalità ultima del progetto è chiara: la Burcina aspira infatti a diventare un'aula didattica di 57 ettari aperta alle scuole, alle università e ai ricercatori con lo scopo di creare e formare menti verdi oltreché meta di turismo di qualità. Per questi motivi l'Ente ha approvato con D. di C. n./2017 la Convenzione di collaborazione con l'Istituto Gae Aulenti di Biella per far sì che gli studenti del corso di agraria possano svolgere lezioni sul campo mediante la progettazione, la creazione e la cura di un frutteto. Gli studenti svolgeranno sotto la supervisione dei professori e di un tutor dell'Ente Parco degli stage formativi. Tassello fondamentale del progetto è la creazione all'interno della sede operativa dell'Ente "Cascina Emilia" di un aula didattica multimediale futura sede di lezioni, workshop e seminari anche in videoconferenza con la dotazione di una piattaforma multimediale e lavori di allestimento. Ma la Burcina non è solo un parco naturale, in essa infatti sono custodite le tracce del passato più antico del territorio, per riscoprirlo e renderlo noto è stata avviata una specifica campagna di scavi archeologici.
Antiche civiltà: l’uomo in BUR
Si può considerare un'evoluzione del progetto per la realizzazione di pannelli informativi degli aspetti storico archeologici relativi al Parco Burcina promosso negli anni scorsi direttamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. L'area della Burcina ha restituito infatti negli anni scorsi reperti fondamentali per la conoscenza del popolamento in età protostorica non solo del Biellese, ma di tutta l’Italia nord-occidentale: grazie agli scavi si sono rinvenuti i resti di un villaggio dell’età del Bronzo e la famosa tomba nota come “Del signore della Burcina” del V secolo a.C..
L'Ente Parco con questo progetto ha attivato la procedura di verifica dell'interesse archeologico ex art. 25, comma 8, lett. c del D. Lgs. 50/2016, dopo aver ottenuto da parte del Comune di Biella, la rimozione delle antenne presenti sulla vetta del Parco. La procedura ha avuto come partner la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio in qualità di direttore scientifico che ha riconosciuto così l’importanza e l’alto valore archeologico dello scavo. «Tra le aree in gestione il Parco Burcina “Felice Piacenza” si distingue per le particolari connotazioni di giardino botanico storico; per questo motivo stiamo portando avanti progettazioni che lo possano configurare come un importante centro per l’educazione ambientale di condivisione della mission di cultura allo Sviluppo Sostenibile. Quest’ultima non riguardante solo l’ambiente, ma anche e soprattutto la consapevolezza da parte del territorio del proprio patrimonio naturale e storico. Auspichiamo che sempre più la Burcina possa divenire il punto di riferimento delle scuole del territorio» dichiara il presidente dell’Ente Parchi Ticino e Lago Maggiore Adriano Fontaneto.
Burcina: il plesso verde
Il progetto prevede la creazione di un centro di educazione ambientale che offra alle scuole del territorio un servizio di erogazione di attività didattiche gratuite finalizzate allo sviluppo di una cultura "verde". Un plesso "verde" è uno strumento fondamentale per sensibilizzare non solo gli studenti ma anche i cittadini e le comunità ad una maggiore responsabilità e attenzione all'ambiente e a una fruizione rispettosa dello stesso. Non solo educazione ambientale ma anche educazione allo sviluppo sostenibile teso al raggiungimento di un equilibrio tra uomo e natura.
Natura e archeologia: i parchi biellesi
Il progetto è strettamente correlato al progetto “Antiche Civiltà: l’uomo in Burcina”. L’obiettivo è quello di mettere in rete sotto le linee guida dell’archeologia e della cultura il patrimonio naturalistico biellese gestito: Baraggia di Candelo, Bessa e Burcina. Le azioni progettuali riguarderanno la continuazione delle indagini archeologiche presso il Parco Burcina e l’esecuzione di sondaggi, indagini e studi sulle incisioni rupestri inerenti tutte le tre aree biellesi. Oltre alle azioni prettamente di studio e ricerca è prevista la realizzazione di materiale divulgativo e pubblicazioni scientifiche e filmati aerei sulle aree archeologiche Burcina, Bessa e Baraggia, nonché una serie di iniziative culturali denominate “La Settimana Archeologica della Bessa”.
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