C’è il piano per una città con meno barriere

La giunta comunale di Biella vara il “Peba” con la mappa degli ostacoli architettonici da eliminare

Risale a un anno fa la sgridata di Chiara Caucino, all’epoca assessora regionale, ai Comuni piemontesi (e biellesi), rei di non aver chiesto i contributi messi a disposizione da Torino per redigere il “Peba”, il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, un documento che ogni municipio dovrebbe avere e tenere aggiornato a norma di legge ma che pochi hanno fatto proprio. Biella fu tra coloro che raccolsero l’invito e oggi una bozza di piano c’è, studiata e scritta da un professionista lombardo, l’ingegnere Paolo Bottani. Resterà in visione per due settimane, per consentire le osservazioni a chi ne è interessato, e poi verrà passato all’esame del consiglio comunale.

Il censimento degli ostacoli che impediscono l’accesso agli spazi aperti ai cittadini riguarda quattro sedi comunali: gli uffici di palazzo Oropa e di palazzo Pella in via Tripoli, la biblioteca dei ragazzi alla Palazzina Piacenza di piazza La Marmora e, proprio di fronte, Villa Schneider. Il lavoro del professionista ha interessato anche i due cimiteri più grandi, quello urbano e quello di Chiavazza, e quattro asili: Chiavazza, Villaggio Sportivo, via Don Sturzo e Rosmini. Ce n’è anche un quinto ma il lavoro sulla scuola Cerruti, alla luce degli ultimi sviluppi che la vedono in via di demolizione per gravi problemi strutturali, resterà solo sulla carta.

Diverso è il percorso per le altre segnalazioni che riguardano non soltanto gli edifici pubblici ma anche i marciapiedi, schedati allo stesso modo dal “Peba”: «Ogni settore per la sua competenza dovrà fare la sua parte per seguire le indicazioni del piano» dice Cristiano Franceschini, assessore ai Lavori pubblici. Il tutto, ovviamente, in base alle risorse a disposizione. Ma, come ribadisce Franceschini, con una filosofia chiara: «Siamo attenti e sensibili a queste esigenze. Il sindaco e la giunta lavoreranno in modo che ogni intervento sia pensato e progettato bene». C’è anche una legge regionale a stabilire che l’abbattimento delle barriere architettoniche non può essere accantonato: il 2 per cento dei finanziamenti di Torino per opere pubbliche deve essere destinato all’attuazione del piano. Di barriere architettoniche si è parlato molto nel passato consiglio comunale con la polemica sulla commissione che metteva insieme Comune e associazioni: secondo la giunta non è necessaria.

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