Chiede la reversibilità della mamma deceduta e le sospendono anche la sua pensione per sette mesi
Sonia è una donna di 57 anni, è disabile al 100 per cento dalla nascita. Per questa sua condizione riceve da sempre una pensione sociale e un’indennità di accompagnamento per un totale mensile che oggi ammonta a circa 1.040 euro. Interviene a sostenere la donna anche il consorzio socio sanitario Iris. Questo denaro serve per pagare le spese di Sonia: innanzitutto la retta alla “casa famiglia” di Biella dove è ospitata, l’abbigliamento, le cure mediche a pagamento (ad esempio il dentista). Prima a compensare eventuali necessità aggiuntive ci pensava l’anziana mamma che è mancata all’inizio dell’anno. Il fratello e tutore legale di Sonia ha quindi chiesto, per conto della donna disabile, la reversibilità della pensione della mamma che dovrebbe ammontare a circa 500 euro. La domanda è fatta a marzo, vengono forniti all’Inps i documenti richiesti, in attesa del completamento delle pratiche e della successiva assegnazione del mensile aggiuntivo.
Fino a qui sembra tutto semplice.
Però accade l’imprevedibile: a marzo viene bloccata l’erogazione anche della pensione sociale e dell’accompagna- mento. A Sonia non arriva più nulla. A questo punto per dipanare la matassa viene chiesto l’intervento di un patronato. Mese dopo mese i familiari di Sonia controllano la situazione ma della pensione non c’è traccia: i mensili mancanti sono ormai sette.
«È stata predisposta la sospensione cautelativa della pensione. Per evitare di dover poi chiedere un rimborso all’utente se i conti non fossero corretti» spiegano da Inps. «Si tratta di una procedura che viene adottata per tutelare i pensionati». Una regola incomprensibile per i familiari che sottolineano il fatto che ad es- sere stata bloccata non è la nuova pensione di reversibilità ancora in at- tesa di definitivo conteggio, ma l’assegno legato alla condizione di invalidità, quello che la donna riceve da sempre, il suo principale sostentamento.
Giovedì mattina Carla Berruto e Fiorella Veronese, le due cognate di Sonia, si recano ancora una volta all’Inps: dicono ai funzionari di aver chiesto aiuto a “il Biellese” e al sindaco di Biella. Mostrano con maggior forza la loro esasperazione. Dicono di essere determinate a fare pressione e di manifestare il loro disappunto davanti alla sede. Sono ricevute negli uffici e dopo uno scambio di informazioni ulteriori e qualche chiarimento, nel giro di un’ora arriva la notizia tanto attesa: «La pratica è sbloccata, in un paio di settimane i soldi della pensione saranno accreditati sul conto» dicono Carla e Fiorella. Nel giro di qualche istante suona anche il cellulare: è il patronato che conferma di aver ricevuto dall’ente una mail in cui si annuncia lo sblocco ormai prossimo della situazione. Soddisfatto della vicina soluzione anche il sindaco Corradino: «Tutelare le persone disabili è uno degli impegni che tutti ci dobbiamo prendere. Sono le persone più fragili e indifese: dobbiamo dare loro tutta la tutela possibile. Sono felice che la questione di Sonia sia in fase di chiarimento».
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