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Nell’anno della pandemia l’emergenza più grave che i servizi sociali hanno dovuto affrontare è la povertà: questa fragilità ha colpito soprattutto gli adulti e gli anziani autosufficienti, divenuti nell’ultimo anno la fetta più ampia degli utenti del Cissabo, il consorzio dei servizi socio-assistenziali del Biellese orientale.
È ciò che emerge dalla relazione che ha accompagnato la presentazione del conto consuntivo all’assemblea dei sindaci.
Dal punto di vista finanziario, l’avanzo di amministrazione è significativo: 2 milioni di euro, e la parte non vincolata è di 180mila euro. «Il quadro generale è di una solidità che non fa avanzi» spiega il presidente del Cissabo Stefano Ceffa. «Si cerca di aiutare le persone il più possibile».
Dal punto di vista sociale, c’è l’analisi più significativa: nel 2020, pur arrivando da 9 mesi di chiusura dello sportello, gli utenti sono stati pressoché corrispondenti a quelli del 2019 (3011 nel 2020, contro i 3016 nel 2019). «L’aspetto interessante dal punto di vista sociologico è vedere come sono cambiati i numeri: gli aiuti agli adulti non disabili e agli anziani autosufficienti sono aumentati molto più rispetto alle fragilità note, quali i minori, i disabili e gli anziani non autosufficienti». Per quanto riguarda gli adulti non disabili, ci sono stati 77 utenti in più, e 78 in più nella categoria degli anziani autosufficienti. «C’è stato uno spostamento della fragilità dall’area dell’intensità assistenziale che conoscevamo come integrazione socio-sanitaria» spiega il presidente «al tema della povertà, che si vede chiaramente: gli adulti non disabili così come gli anziani autosufficienti scontano una maggiore vulnerabilità economica».
Il servizio completo è su Il Biellese del 20 aprile.
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