"Competitivi", il Gruppo Giovani imprenditori guarda al futuro. Stefano Sanna è il nuovo presidente
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Competitivi. Il gruppo Giovani imprenditori dell’Unione industriale biellese ha eletto il nuovo presidente, Stefano Sanna, classe 1991 e socio di Norisk, società di consulenza finanziaria. ”Competitivi” non è stato solo lo slogan che ha accompagnato l’incontro: nuove sfide, coraggio, sostenibilità, e qualche critica costruttiva sono gli altri concetti emersi durante il confronto che ha portato sul palco, a palazzo Gromo Losa, oltre a Christian Zegna per il passaggio di testimone (in questo caso un pallone da rugby) al neo eletto, anche un gruppo di talenti under 30 che ha messo in relazione la propria esperienza alle criticità del capoluogo offrendo il proprio punto di vista. Durante l’assemblea aperta al pubblico, il Ggi si è infatti interrogato su come il territorio può iniziare a dialogare con le nuove generazioni per diventare più accogliente e attrattivo.«Largo ai giovani» ha detto Zegna consegnando il suo mandato a Sanna, e aggiungendo un’ultima riflessione dopo aver esposto le iniziative portate a termine durante la sua presidenza. «Il mio augurio a voi ragazzi, è quello di accogliere tutto ciò che è nuovo. Anche l’intelligenza artificiale può essere e sarà un’opportunità come lo è stata la fotografia quando è nata. Così si può essere veramente competitivi». L’appello era indirizzato anche ai numerosi studenti in sala al fianco degli imprenditori.Citando la biografia di Riccardo Gualino, imprenditore e filantropo del ‘900, Sanna ha tracciato una fotografia del Biellese: «Taccagno ma coraggioso, audace e pioniere. Capace di creare i tessuti migliori con le lane migliori in un'epoca in cui il viaggio era un'avventura. Capace di trasformare e valorizzare per portare l’eccellenza in giro per il mondo”. Quella era la forza della competitività di allora ma oggi, dopo la pandemia e la guerra, stiamo ripensando alla nostra vita e ai luoghi che abitiamo. Un'evoluzione che va colta con nuove attenzioni: al territorio, alla formazione, alla ricerca e al terzo settore, all’associazionismo giovanile. Dobbiamo riportare il dibattito pubblico nelle mani dei ragazzi, lasciarci contaminare e lasciarci guidare nei nostri progetti futuri».Francesco Ferraris, vice presidente Uib con delega all’Education; Alice Pistono, divulgatrice; Ilaria Botta, Consorzio Sociale Il Filo da Tessere; Luca Deias, Cittadellarte Fondazione Pistoletto e Antonio Camurati, BIYoung, hanno poi preso la parola mettendo in luce non solo le peculiarità ma anche le criticità del distretto della lana, in relazione al cambiamento epocale che tutto il mondo sta affrontando. Uno scambio di battute prezioso per la platea dal quale è emerso che «non esiste competitività senza competenza. E la competenza devi essere in grado di condividerla e trasmetterla. Che occorre creare nelle persone il desiderio di mettersi in gioco. Essere attenti alla dignità di ognuno, alle inclinazione e alle singole fragilità, per permettere a tutti di crescere e di affrontare la propria sfida. Che è importante raccontare meglio cosa sono le aziende oggi, la loro storia e la loro bellezza. Che occorre lavorare in rete per iniziare concretamente a costruire».In altre parole se la competitività non sarà supportata dall’attrattività del territorio, la scommessa sul futuro sarà debole: i ragazzi non hanno sottolineato il fatto che la fuga dei talenti e il calo demografico sono fra i freni più incisivi alla crescita del territorio. Il loro sguardo, come si è capito, è proiettato in avanti, verso il cambiamento. Ma Pier Francesco Corcione, direttore dell’Unione industriale nonché presidente dell’Its Tam, non ha usato mezzi termini parlando della scuola che prepara i giovani interessati al Tessile Abbigliamento Moda tanto preziosi per il manifatturiero, e del nascente MuLab, il museo del tessile che celebrerà oltre 300 anni di storia e sarà depositario dell’innovazione del settore.«Gli studenti del Tam che vengono da fuori Biella sono il 70 per cento. Il restante 30 è biellese. Dovremmo avere la fila dei nostri ragazzi e invece non è così. Chi va all'estero a studiare spesso non torna. Questo perché forse non abbiamo capito abbastanza bene quali sono i valori dei giovani. Per loro il lavoro è un elemento di realizzazione ma non il solo. Cosa stanno facendo le nostre 430 associate? Crediamo davvero che siano tutte davvero attrattive? Allora è venuto il momento per essere critici e coerenti, e per diventare costruttivi».L’assessore Elena Chiorino, citando l’impegno della Regione nel promuovere la formazione ha concluso: «Forse ai giovani dovremmo parlare di bello e ben fatto. La filiera tessile biellese è integra e va valorizzata affinché tutti abbiano la forza di crescere insieme. Ragazzi, in bocca al lupo».
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