Arrivano i dati di Arpa Piemonte sul consumo di suolo in Piemonte.
La superficie totale di suolo consumato in Piemonte aggiornata al 2021 è di circa 169.655 ettari, pari quindi al 6,7 % della superficie totale regionale (circa 2.540.000 ettari). Il valore percentuale risulta inferiore al dato nazionale, che si colloca al 7,1 % e tra i più bassi del nord-Italia ed in particolare rispetto alle regioni confinanti di Lombardia (12,1%), Emilia Romagna (8,9%), e Liguria (7,2).
Il processo di consumo di suolo segue l’espansione delle aree urbanizzate con caratteri distintivi nelle varie aree della regione, dalle aree dense della conurbazione di Torino e dei molti comuni di prima e seconda cintura, alle altre realtà urbane dei capoluoghi di provincia, alle aree a moderata urbanizzazione in alcuni settori di pianura, nei margini collinari, lungo gli assi vallivi e delle principali vie di collegamento e di comunicazione fino alle realtà del consumo frammentario, polverizzato ma diffuso di molte aree pedemontane e collinari come Langhe e Monferrato.
I vari modelli di espansione urbana congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli.
La distribuzione regionale del consumo di suolo non è omogenea ed anche a livello di distribuzione provinciale si riscontrano significative differenze sia in termini di superfici assolute (chiaramente funzione della dimensione territoriale della provincia) sia percentuali.
Suolo consumato
In termini assoluti, la Città Metropolitana di Torino con oltre 58.359 ettari di superficie consumata è la provincia con il valore più alto, seguita nell’ordine da Cuneo (36.477 ettari), Alessandria (25.164 ettari), Novara (14.862 ettari), Asti (10.935 ettari) Vercelli (10.332 ettari), Biella (7.223 ettari) e in ultima posizione dalla provincia del Verbano Cusio Ossola, con un valore di quasi un ordine di grandezza inferiore rispetto a Torino (circa 6.303 ettari).
La Città Metropolitana di Torino si conferma quindi come l’area che, complessivamente, contribuisce maggiormente al fenomeno di consumo regionale incidendo per il 34,4 % seguita da Cuneo (21.5%), Alessandria (14.8%), Novara (8.8 %), Asti (6.4%) e Vercelli (6.1%), Biella (4.2%) e Verbano Cusio Ossola (3.7%).
Analizzando invece i valori percentuali di ciascuna provincia (calcolati rispetto alla superficie totale provinciale) risulta che la provincia con il valore più elevato è quella di Novara che, con circa l’11,1 % di suolo consumato, supera Torino al 8,5%. Al terzo posto si colloca invece la provincia di Biella (7,9%), seguita in ordine da Asti (7,2%), Alessandria (7,1%), Cuneo (5,3%), Vercelli (5%) e VCO (2.8%).
La distribuzione del suolo consumato percentuale su base comunale indica che il 27,1% dei comuni piemontesi (320 comuni) ricade nella classe con percentuale di consumo maggiore al 9%, il 22,7% (268 comuni) con percentuale maggiore/uguale al 10% e il 4.1% (49 comuni) con percentuale consumo maggiore/uguale al 20%. Risalta la Città Metropolitana di Torino dove 6 comuni hanno una percentuale di consumo maggiore/uguale al 40% e 3 al 50%.
Nuovi consumi 2021
Per quanto concerne i nuovi consumi registrati nel 2021, il monitoraggio ha evidenziato un incremento di consumo di suolo netto di 630 ettari rispetto al 2020, il valore di crescita più elevato del periodo di osservazione 2015-2021. Tale incremento è il quarto tra quelli misurati a scala nazionale, dove guida la classifica la Lombardia con 883 ettari, seguita dal Veneto (684 ettari), l’Emilia-Romagna (658 ettari). Il Piemonte è seguito dalla Puglia il cui consumo nel 2021 si è attestato a 499 ettari.
A livello provinciale i nuovi consumi si sono concentrati nel territorio della Città Metropolitana di Torino (172 ettari) seguita dalla provincia di Novara (140 ettari), Cuneo (117 ettari), Alessandria (95 ettari), Asti (42 ettari), Vercelli (33 ettari), Biella (16 ettari) ed infine VCO (10 ettari). A trainare i consumi sono spesso interventi nel settore della logistica, tra cui vale la pena segnalare i nuovi poli Amazon di Agognate (NO), Alessandria e Grugliasco (TO) nonché il polo di San Pietro Mosezzo (NO). Sempre a Novara si segnalano importanti lavori per il cantiere di prolungamento verso ovest della nuova tangenziale. Nella Città Metropolitana di Torino spiccano a Settimo T.se i cantieri per un nuovo fabbricato in area ex Ceat Cavi e per un piazzale in Zona Cebrosa, mentre a Venaria Reale si segnala un nuovo importante insediamento residenziale in zona Corso Machiavelli.
In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, il valore registrato in Piemonte è pari a +0,37%, superiore sia al valore medio calcolato a scala nazionale (+0,27%) che a quello relativo alle regioni del Nord Ovest (+0,31%). I valori più elevati a livello nazionale sono stati registrati in Abruzzo (+0,78%), Campania (+0,34%), Emilia-Romagna (+0,33%), Puglia (+0,32%), Veneto e Molise (+0,31%). Liguria e Calabria hanno registrato il consumo inferiore a livello nazionale (+0.1%).
A livello provinciale gli incrementi percentuali rilevati vedono la Città Metropolitana di Torino allo 0,29%, Asti 0,39% Alessandria 0,40%. Novara con lo 0,95% conferma l’andamento rilevato lo scorso anno e si pone come la provincia con maggior aumento del consumo nel periodo 2020-2021. Cuneo e Vercelli hanno un consumo in percentuale di 0,32% mentre Biella e Vco presentano il minor consumo in percentuale rispettivamente (0,22% e 0.16%).
A livello di capoluoghi Novara, Alessandria e Vercelli trainano i consumi delle rispettive province con valori di consumi netti superiori a 10 ha, mentre il limitato consumo di Torino (3 ettari) è il risultato del saldo tra nuovi consumi di piccole/medie dimensioni e recuperi in aree di cantieri in evoluzione (ad es. Spina 3). Da segnalare il caso di Asti, caratterizzata da un consumo netto negativo di 2 ettari, derivante da recupero di pregresse aree di cantiere a ridosso del nuovo punto vendita Decathlon a Nord della zona industriale di Corso Alessandria.
L’ incremento del consumo di suolo in Piemonte nel 2021 deriva principalmente da fenomeni di consumo di suolo reversibile, in gran parte ascrivibili ad aree di cantiere più o meno estese: queste situazioni dovranno quindi essere monitorate nei prossimi anni per valutare l’evoluzione dei processi finali di trasformazione e quindi il potenziale passaggio all’impermeabilizzazione definitiva e quindi ad uno stato di consumo di suolo permanente, piuttosto che ad un effettivo recupero del suolo naturale.
Il consumo in relazione ad alcuni indicatori demografici ed economici
Se valutiamo i nuovi consumi in relazione ad alcuni indicatori demografici è interessante notare come a livello di consumo di suolo procapite il Piemonte con il valore di 1,47 mq/ab/anno si posizioni nelle posizioni di testa a livello nazionale dietro solo ad Abruzzo (3,27 m2/ab/anno), Molise (1,84 m2/ab/anno) ed Emilia Romagna (1,48 m2/ab/anno). Se andiamo inoltre a vedere i valori del rapporto tra il tasso di variazione del suolo consumato e il tasso di variazione della popolazione per il periodo 2020-2021 il Piemonte è allineato al valore medio nazionale di -0,44, indicando uno sbilanciamento tra nuovi consumi e saldo negativo della popolazione, dovuto con probabilità in parte alla recessione demografica e in parte all’eccedenza di mortalità causata dalla pandemia.
Confrontando i dati dei nuovi consumi rispetto al PIL il Piemonte con il valore di 49,84 m2/mln di € di PIL si attesta ottavo a livello nazionale dopo l’Abruzzo (136,55), Molise (90,03), Puglia (70,79), Basilicata (67,03), Sicilia (58,65), Sardegna (56,19) e Umbria (52,47), mentre tra le regioni con il rapporto più basso, indice di minor sbilanciamento tra consumi e PIL, si evidenziano la Liguria (8,51), il Trentino Alto Adige (20,03), il Lazio (21,87) e la Lombardia (24,05).
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