Dal Mississippi a Pettinengo. L’Università americana a Villa Piazzo per studiare i temi del Social Working e dell’accoglienza

Social work è una disciplina professionale e accademica che cerca di migliorare la qualità della vita e il benessere soggettivo delle persone, di gruppi e comunità, attraverso la ricerca, la politica, l’organizzazione, la pratica diretta e l’insegnamento a beneficio di coloro che sono colpiti da svantaggi sociali come la povertà, la malattia mentale e fisica o la disabilità e l’ingiustizia sociale, incluse violazioni delle loro libertà civili e dei diritti umani. Il concetto è più semplice di quanto, in apparenza, sembri articolato perché l’inclusione, a tutti i livelli, consente di camminare verso il progresso e il benessere diffuso, eliminando quelle barriere che frenano o rallentano la crescita di una comunità e, di conseguenza, di un territorio.
Karen Aderer e Bob Press entrambi docenti all’Università Southern Mississippi, negli Usa, sono approdati a Pettinengo con un gruppo di allievi per approfondire questi temi. Sono stati ospitati da Pacefuturo, a Villa Piazzo, in un campus durato poco meno di una settimana.
«Siamo venuti in Italia con 12 ragazzi che studiano scienze politiche e socia- li, antropologia e infermieristica. Il nostro viaggio ha l’obiettivo di analizzare e capire la gestione dei migranti e dei richiedenti asilo. Negli Usa, a mio parere, non abbiamo fatto tutto quello che avremmo dovuto fare» spiega Aderer.
Cinque anni fa, prima della pandemia, un collega di Press era in vacanza in Italia. In quell’occasione aveva visto un reportage su Pacefuturo. «E’ venuto a conoscerci e l’anno dopo è tornato con Bob e 14 studenti della sua Università» spiega il direttore di Pacefuturo Andrea Trivero. La missione della Southern Mississippi, questa volta si è iniziato a Perugia dove il gruppo americano ha trascorso i primi 9 giorni studiando i fenomeni dell’immigrazione in quella città.
«Nel Biellese abbiamo avuto l’opportunità di vivere con i migranti, ascoltare le loro storie, raccontare le nostre in un continuo scambio reciproco. Siamo rimasti veramente entusiasti di come lo staff opera quotidianamente. Quando rientreremo proporrò una visita a Pettinengo da inserire ogni anno nel nostro programma di studi all’estero. Siamo grati per questa opportunità e per l’ospitalità ricevuta e ci è piaciuto anche il territorio con la sua natura tutta da scoprire». Prosegue Trivero: «Avevamo preparato per loro una decina di schede, spunti che illustravano le bellezze e le peculiarità del Biellese: loro hanno scelto di visitare la città, la Fondazione Pistoletto e infine Oropa dove abbiamo fatto anche una piacevole camminata».
I ragazzi hanno potuto inoltre ampliare le loro conoscenze, aprire i loro orizzonti, confrontandosi con richiedenti asilo provenienti da tutto il mondo: Pakistan, Bangladesh, Nigeria, Mali, Costa d’Avorio, Afganistan, Gambia, Burkina Faso, Egitto, Palestina, Armenia, Georgia, e concentrandosi sui molti aspetti dell’accoglienza attraverso i quali è possibile gettare le basi di una nuova società. Aggiunge Press «I nostri studenti, durante il campus, hanno anche imparato come la politica di tutto il mondo non sempre racconti la verità sui fatti realmente accaduti e ignori i benefici della migrazione». «Per Pacefuturo, per tutti noi che lavo- riamo e crediamo in questo progetto, per i richiedenti protezione internazionale che accogliamo, il Campus Internazionale sull’accoglienza è un esperienza molto significativa e arricchente: momenti intensi di scambio reciproco, di conoscenza, che speriamo di ripetere presto con altre Università e “aprirli” al pubblico biellese. E’ un progetto al quale stiamo lavorando» conclude il direttore.

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