Ecco qualche stralcio dell'intervista esclusiva che l'onorevole Andrea Delmastro ha rilasciato mercoledì al giornale Il Biellese. L'intervista integrale è in edicola con l'edizione cartacea di oggi e naturalmente fruibile anche sull'edizione digitale del nostro giornale.
La vicenda più che mai nota è quella che deriva dalle dichiarazioni in Parlamento sul caso dell'anarchico Alfredo Cospito da parte del deputato Giovanni Donzelli, cui Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, avrebbe passato delle informazioni sensibili.
Il dibattito politico si è fatto più che mai violento sulla questione. Delmastro, oggetto di pesanti minacce da parte di ambienti anarco-insurrezionalisti, è sotto scorta al massimo livello di vigilanza, esteso anche ai suoi familiari.
«Si tratta di documenti disponibili e non classificati» ci ha spiegato al telefono da Roma. «Quindi non ho svelato impropriamente nessun segreto. Con Donzelli ne abbiamo parlato nel corso di una discussione sui sospetti che ci potesse essere un legame tra terroristi e mafiosi, impegnati nella comune battaglia per abolire il 41 bis. Un sospetto che trovava conferme in alcune relazioni del Dipartito dell’amministrazione penitenziaria accessibili a tutti».
Quindi le accuse di avere violato un segreto sarebbero infondate?
È una cosa che dimostrerò ben presto. Sto andando al Ministero per fare vedere che le parole pronunciate da Donzelli in aula corrispondono perfettamente a quelle di alcune frasi di quelle relazioni, che sono documenti non secretati. Mi pare assurdo che i miei avversari politici, che non perdono occasione per chiedere che sia rimosso il segreto di stato su tanti drammatici dossier come quelli su Ustica e le grandi stragi mafiose, oggi richiedano invece esattamente il contrario.
Sulla graticola dei mass media da un paio di giorni ci siete lei e Donzelli.
Il tempo è galantuomo. Non appena avremo dimostrato di non avere commesso alcun atto illecito rivelando informazioni che non era- no secretate (e siamo in grado di farlo), terminerà il linciaggio mediatico ai nostri danni e inizieremo a parlare del merito della vicenda e la sinistra dovrà fornire all’opinione qualche spiegazione su quell’inchino ai mafiosi nel carcere di Sassari.
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