Domenica 20 si commemorano i caduti di Riva

Alle 10 la cerimonia in memoria delle vittime dell’eccidio nazifascista di piazza San Cassiano

Sei morti fucilati, un settimo vittima della furia delle Ss durante il rastrellamento del giorno prima, un sopravvissuto che fuggì da ferito sotto gli occhi dei soldati e da allora ebbe come nome di battaglia “Evaso”: si penserà a loro domenica mattina, quando saranno passati 82 anni dal 22 dicembre 1943, data dell’eccidio di Riva, il primo atto di sangue dell’occupazione nazifascista di Biella. La cerimonia comincia alle 10 in piazza San Giovanni Bosco, di fronte al monumento che tiene viva la memoria, con i nomi dei caduti: Carlo Gardino, 51 anni, Norberto Minarolo, 49 anni, Aurelio Mosca, 23 anni, Pierino Mosca, 51 anni e Francesco Sassone, 55 anni, erano civili. Basilio Bianco, di 19 anni, era il solo partigiano, così come Alfredo Baraldo, l’unico sopravvissuto. Il giorno prima era stato falciato dalle pallottole Angelo Cena, oste del bar Porto di Savona di via Arnulfo, dove un’altra piccola lapide tiene viva anche la memoria di quell’episodio doloroso.

Il programma prevede le orazioni ufficiali e la deposizione della corona di alloro. Seguirà alle 10,45 la Messa nella chiesa di San Cassiano. Quello di domenica 22 sarà anche il primo appuntamento pubblico legato alla Liberazione per Marzio Olivero, primo sindaco della città medaglia d’oro della Resistenza ad aver militato nel Msi, il partito che nacque nel 1946 da reduci della Repubblica Sociale ultimo baluardo del regime fascista. E sarà anche il primo evento dopo le polemiche sulla luminaria natalizia con la scritta inglese che però è identica alla sigla della “Decima Mas”, collocata nella piazza di villa Schneider, il luogo in cui i partigiani venivano imprigionati e torturati.

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