Don Renzo: una vita per Lessona
Aveva 82 anni l’amato sacerdote diventato una cosa sola con la sua comunità parrocchiale: il ricordo del Vicario generale
Sono stati celebrati questa mattina nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Lessona i funerali di don Renzo Diaceri, morto sabato mattina all’età di 82 anni. La salma è stata sepolta nella cappella dei sacerdoti nel cimitero di Lessona.
Renzo Giuseppe Gianni Diaceri nasce a Occhieppo Inferiore il 27 ottobre 1941, in piena guerra mondiale, da papà Luigi e mamma Stefania Stratta. Renzo dopo la nascita di Maria e Franco è il terzogenito, più tardi giungerà anche la sorella Sandra. Nei riguardi della sua famiglia don Renzo avrà sempre una cura e un’attenzione particolari facendosi per tutti fratello e zio premuroso e attento.
Occhieppo Inferiore è il luogo della sua crescita umana e cristiana, indelebili in lui gli insegnamenti del parroco don Giuseppe Scaglia e di don Mario Maculan, allora viceparroco (sarà lui a pronunciare l’omelia il giorno della prima messa di don Renzo e, da qualche parte, credo che esista una registrazione audio di tale omelia).
Don Renzo entra in Seminario a Biella per completare la quinta elementare. È dal ginnasio che si irrobustisce la chiamata al sacerdozio. Il Seminario è segnato dallo studio, dalla disciplina e dalla preghiera ma anche da amicizia sincera, gioco (immancabile il pallone), umanità traboccante. Decisiva, nel suo percorso di formazione, è la figura di don Franco Coda Zabetta.
Il 27 giugno 1965 don Renzo (ancora ventitreenne) viene ordinato presbitero da monsignor Carlo Rossi insieme ai suoi compagni: don Giuseppe Donna, don Ugo Franzoi, don Egidio Marazzina e don Vittorino Pasquin.
Per don Renzo, subito, è la chiamata della vita: vicario parrocchiale a Lessona (in sostituzione di don Tullio Vitale) con lo storico parroco, ormai anziano, don Delfino Maggia. Una figura di spicco del clero biellese. Presto lo segue in casa parrocchiale tra le titubanze di don Maggia, anche la sorella Maria, e dal 1968 don Renzo inizia anche l’insegnamento della religione a Lessona, Cossato e Biella.
A fianco di don Maggia don Renzo vive un apprendistato impegnativo ma fecondo, e alla sua morte, nel 1971, viene nominato economo spirituale. Gli succede come parroco facendo il suo ingresso in parrocchia l’11 luglio 1971.
Don Renzo e Lessona
sono una cosa sola
L’opera pastorale di don Renzo è ricca, feconda, carica di umanità. Come prima cosa i giovani: l’Azione Cattolica, l’Oratorio e il circolo Anspi, i campeggi, l’Operazione Sole, le novene del Santo Natale, la cantoria, il teatro… la vita di don Renzo è stata spesa nell’incontro con intere generazioni di giovani lessonesi.
Ma non solo: don Renzo si fa artefice di unione nella comunità di Lessona, supera – senza falsi irenismi – steccati culturali, generazionali, territoriali e ideologici.
Le opere compiute da don Renzo sono numerose: restaurato il teatro, il circolo e tutto il complesso parrocchiale e salvaguardate le diverse – preziose – testimonianze di fede e arte nel vasto comune di Lessona.
Don Renzo è sostenuto dalla presenza della sorella Maria e dall’opera di tanti collaboratori: come dimenticare Laura Cornale, donna ed educatrice formidabile, “Remulin” e tanti altri… da loro nasce e continua ancora ora un laicato responsabile e capace. Don Renzo cerca anche strade nuove di evangelizzazione: sposa il progetto “nuova immagine di parrocchia” e a Lessona non mancano incontri di formazione e di approfondimento alla luce della parola di Dio e del magistero della Chiesa.
Il suo carattere è schietto, diretto e aperto anche con i confratelli e i vescovi.
Monsignor Gabriele Mana lo chiama, dopo l’improvvisa dipartita di monsignor Marchi, ad assumere l’economato del Seminario (2002 - 2007); è consulente del Movimento Cristiano Lavoratori (2015 – 2018); vicario zonale del Cossatese (2014 – 2016) ed è più volte eletto nel Consiglio Presbiterale.
Esprime una vera e fattiva fraternità sacerdotale anche con la lunga presidenza dell’Associazione Mutua Assistenza del clero biellese (2007 – 2023), confermato per più mandati dai confratelli.
La sua paternità pastorale si allarga alla comunità di Crosa quando, alla morte di don Rinaldo Molin Pradel (da don Renzo sostenuto amorevolmente durante la malattia), assume la guida della piccola ma vivace comunità (è il 2005). Così don Renzo continua la sua opera di tessitore di unità che si rivelerà vincente, più avanti, anche dal punto di vista civile, con la fusione dei due comuni.
Gli ultimi anni sono segnati dalla malattia, affrontata con coraggio, fede, pazienza; sempre al suo fianco la sorella Sandra e tutta la sua bella famiglia. Nella primavera del 2023, da alcuni mesi ritirato all’Opera Sacerdoti Invalidi, rinuncia definitivamente alla guida delle comunità parrocchiali, affidate al caro amico canonico Fulvio Dettoma.
Rimane in tutti noi il ricordo della festa di San Lorenzo dello scorso anno con il desiderio di don Renzo di tutti salutare e tutti ringraziare.
La mattina della vigilia della domenica di Ascensione don Renzo, improvvisamente, sale il monte di Dio proprio nei giorni in cui le sue amate parrocchie salgono pellegrine al Monte della Regina di Oropa, da lui tanto amata.
È il sigillo di un legame che non verrà mai meno: don Renzo e la sua comunità, il pastore e il suo gregge.n
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