È morto Luciano Guala, memoria della Resistenza

Era stato vicepresidente dell’Anpi provinciale e presenza immancabile alle commemorazioni. Aveva 75 anni

La sua barba bianca e i suoi occhi miti erano l’immancabile contorno di ogni commemorazione della Resistenza, dal 24 aprile di Biella alle cerimonie attorno alle lapidi nelle valli e alle pendici delle montagne: Luciano Guala è morto nelle prime ore di martedì in un letto dell’ospedale di Biella, dove era ricoverato da pochi giorni per una malattia improvvisa. Pensionato, dopo una vita di lavoro alla Olivetti, aveva compiuto 75 anni un mese fa. Per l’Anpi provinciale era stato vicepresidente e instancabile attivista e custode delle storie dei partigiani protagonisti della Liberazione. A Ronco, dove risiedeva, aveva anche aiutato una studentessa di lettere a redigere la sua tesi di laurea, dedicata alla rappresaglia nazifascista che nel 1944 diede alle fiamme le case del paese.

Commosso il ricordo di Wilmer Ronzani, ex parlamentare: «Luciano era una persona mite, discreta, che parlava solo se aveva delle cose da dire e senza arzigogoli. In tanti anni non l’ho mai sentito alzare la voce, ma era determinato e coerente nel difendere le ragioni in cui credeva e a cui ha dedicato gran parte della sua vita, insieme all’impegno nel sindacato. Era un esempio di rigore, pronto a farsi in quattro tutte le volte che c’era da dare una mano».

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