Filiera tessile: Magnolab, il polo cresce

Magnolab compie un anno. Nell’ottobre 2022 il visionario progetto di un gruppo di giovani imprenditori biellesi iniziava a prendere forma: la rete di imprese attive nel distretto biellese da oltre 50 anni (DBT Fibre, De Martini, Marchi & Fildi, Filidea, Di.Vè, Pinter Caipo, Maglificio Maggia e Tintoria Finissaggio 2000), ha iniziato a far muovere le prime macchine di un polo organizzato, fatto di tanti piccoli reparti che operano su vari stadi e con ruoli complementari nella filiera tessile, che lavorano in sinergia, condividendo obiettivi, intraprendenza e lungimiranza. Dalla preparazione delle fibre alla filatura, passando per la tessitura, la tintoria, il finissaggio e la stampa digitale le Magno-imprese sono parte di una grande famiglia del tessile, con una reciproca e costruttiva contaminazione.«Nel momento in cui si decise di partire eravamo davanti a un capannone vuoto, che non aveva ancora un’anima» spiega Marco Bardelle di TF2000. «Abbiamo lanciato un contest on line per trovare un nome e un logo scegliendo, fra centinaia di idee, Magnolab all’unanimità. “Grande laboratorio” per chi non è biellese e una precisa connotazione geografica per il territorio. Il grosso del lavoro oggi è stato fatto ed è culminato nella partecipazione ai bandi del Pnrr, dove abbiamo presentato un progetto da 11 milioni euro sull’economia circolare. Siamo arrivati primi in Italia, ottenendo 5 milioni di finanziamento e in un’ottica di opportunità questo è stato un ulteriore e forte stimolo».

I tre pilastri fondanti su cui si basa Magnolab sono lo scouting di tecnologie avanzate sul riciclo tessile; la ricerca pura o incrociata fra le imprese del gruppo, anche su commissione di brand importanti che vogliono sviluppare prodotti nuovi. Questo aspetto, che tiene in piedi economicamente il polo, si integra con la mission della formazione che pur se a lungo termine ripaga le imprese del territorio.

«Il vero valore del nostro polo è la rappresentazione completa della filiera e non esiste in Europa un analogo esempio così esaustivo. Stiamo però colloquiando con altre aziende per completarci e ampliare il nostro raggio d’azione. Per Biella questa collaborazione fra aziende ha un risvolto fortemente innovativo, non escludiamo nessuno perché puntiamo a dare un servizio ai nostri clienti che rappresenti la supply chain intera, che sia veloce, snello e con un unico senso di responsabilità sul risultato finale».

Prosegue: «Sono parecchie le aziende che ci stanno interpellando per entrare in Magnolab. Noi a nostra volta stiamo facendo una selezione affinché rispondano a precise caratteristiche: sposando il nostro progetto devono assicurare grande disponibilità alla collaborazione, condivisione e unità di intenti. Diversamente non si lavorerebbe in armonia». Fra gli obiettivi prioritari c’è l’LCA dei prodotti (Life cycle assessment) che verranno progettati all’interno di Magnolab. Significa che i progetto sviluppati a Magnonevolo per poi passare alla produzione industriale, saranno dotati di una misurazione sulla loro incidenza sull’ambiente dall’A alla Z rispondendo alle esigenze attuali del mercato soprattutto di alta gamma.

«In Magnolab si respira il pulito, sano, trasparente e sicuro, un messaggio che va alle nuove generazioni. Sopra di noi c’è l’Its Tam che fa formazione e che sarà un valido alleato in questo senso. Al momento abbiamo già occupato circa la metà dei metri quadrati disponibili (oltre 13 mila). Fatto che è andato oltre le nostre previsioni e che conferma la giusta che abbiamo scelto. Sono parecchie anche le richieste di fornitori disposti a darci in comodato d’uso gratuito le loro macchine. Vedono il polo come una vetrina oltre che il luogo ideale per testare le loro linee e questo ci consente di aggiungere altro valore alla sperimentazione. Siamo in continuo fermento e tutti i nostri goal gradualmente stanno andando a segno. L’obiettivo finale? Lavorare sul recupero dell’invenduto di un grande brand, per esempio, per trasformarlo e dargli nuova vita, ciò che si intende per economia circolare».

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