Fuochi d’artificio tra ordinanze e rispetto

La notte di capodanno è quella in cui molti Comuni vietano botti e giochi pirotecnici. Ma quanti seguono la norma?

Puntuale come il tappo dello spumante che vola via a mezzanotte in punto, anche in questo 31 dicembre torna il braccio di ferro su botti e fuochi d’artificio: da una parte ci sono le ordinanze che li vietano e gli appelli al rispetto delle associazioni animaliste e non solo, dall’altra la voglia di festeggiare con un rituale che da qualche anno fa parte della tradizione anche a Biella e dintorni. Sono numerosissimi anche in provincia i Comuni in cui i sindaci hanno firmato il divieto. Nel capoluogo non ce n’è stato bisogno perché l’ordinanza proibisce petardi e affini per tutto l’anno. Ma il difficile, a Biella e in qualunque altro luogo, è far rispettare la regola.

Così c’è anche chi fa appello al rispetto. È il caso di Erika Vallera, consigliera di maggioranza a Candelo (dove il divieto è in vigore dal 31 dicembre al 1 gennaio) che si è espressa via social: «L’uso di botti, petardi, fuochi d’artificio crea gravi disturbi e traumi agli animali, fauna selvatica e animali domestici, ma anche ad alcune persone più fragili. Per questo, prima ancora del dovere di rispettare l’ordinanza, sarebbe importante una diffusa sensibilità in questi termini ed evitare di festeggiare in un modo che crea disagio ad altri. Senza tralasciare l’importanza di festeggiare in un modo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente».

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