Giorno del Ricordo, le parole del Vescovo

L’intervento di monsignor Roberto Farinella stamattina in Prefettura

Prima la commemorazione al Cippo ai giardini Zumaglini e poi lo spazio per gli interventi in Prefettura. Così è trascorso il Giorno del Ricordo in città. Qui di seguito pubblichiamo le parole del Vescovo, monsignor Roberto Farinella, pronunciate davanti alle autorità presenti stamattina.

«Dopo essere stati al monumento per la deposizione della corona di alloro, in segno di omaggio e di rispetto nel Giorno dedicato alla tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra, e aver innalzato la preghiera per loro, ci ritroviamo nuovamente insieme nel Palazzo del Governo, accolti dal nostro Prefetto, nel segno dell’unità e del comune desiderio di commemorare oggi , nel giorno del Ricordo quelle vittime e tutte le vittime innocenti dei conflitti etnici e ideologici, per rendere loro onore e restituire dignità e rispetto alle sofferenze di tanti nostri concittadini. Furono molte le sofferenze che patirono per l’indifferenza avvertita da molti dei trecentocinquantamila italiani dell’esodo, in fuga dalle loro case, che non sempre trovarono solidarietà e adeguato rispetto nella loro madrepatria, come aveva ricordato il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che proseguendo il suo discorso ammoniva: “Furono sovente ignorati, guardati con sospetto, posti in campi poco dignitosi”. Le foibe e l’esodo hanno rappresentato un trauma doloroso per la nascente Repubblica che si trovava ad affrontare l’eredità gravosa di un Paese uscito sconfitto dalla guerra. Quelle vicende costituiscono una tragedia, che non può essere dimenticata. Non si cancellano pagine di storia, tragiche e duramente sofferte. I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una nazione. Malgrado queste tragiche esperienze del passato, assistiamo con angoscia anche oggi, non lontano da noi, al risorgere di conflitti sanguinosi, in nome dell’odio, del nazionalismo esasperato, del razzismo. Dall’Ucraina al Medio Oriente ad altre zone del mondo, la convivenza, la tolleranza, la pace, il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale sono messi a dura prova. Innumerevoli sono gli appelli alla Pace da parte del Pontefice e del nostro Presidente della Repubblica. Pagine buie della storia sembrano volersi riproporre. Disponiamo di un forte antidoto e dobbiamo consolidarlo e svilupparlo sempre di più. La diversità non genera più risentimento o sospetto, ma produce amicizia e progresso. “Con Slovenia e Croazia coltiviamo e condividiamo, in Europa e nel mondo, i valori della democrazia, della libertà, dei diritti. E lavoriamo insieme per la pace, per lo sviluppo, per la prosperità dei nostri popoli, amici e fratelli”. I giovani lo sanno e lo vivono. Le giovani generazioni lo stanno già facendo da molto tempo, sviluppando un comune senso di appartenenza a una regione che trova nell’ampio spettro di presenze, etnie, storie, culture, tradizioni, la sua preziosa e feconda peculiarità. Il Vescovo di Triste nei giorni scorsi recandosi al Sacrario della Foiba di Basovizza per un momento di preghiera e per onorare il Giorno del Ricordo, ha detto che la memoria “deve essere una terra feconda, e dunque bonificata dall’odio e dal risentimento, perché possa generare un futuro pieno di speranza.- Una memoria che non può dimenticare l’orrore di quanto subito ma che non resta nella gabbia del passato per edificare responsabilmente un mondo di giustizia e di fraternità”. Anch’io, con senso di rispetto e di onore per le vittime di quei giorni tragici, e nella testimonianza fruttuosa di un destino di pace e di giustizia da tante donne e uomini di buone volontà che ricoprono incarichi di responsabilità e cittadini comuni, sono certo che tutti siamo incamminati su questa via che conduce al progresso, alla pace e giustizia per il nostro Popolo, per tutti i Popoli».

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