Ha chiuso la carrozzeria Aglietti: l’attività si ferma, la storia rimane

Aperta negli anni Trenta in via Martiri, dal 1965 è stata gestita da Piero Aglietti A fine novembre lo stop. L’officina a breve ospiterà un meccanico elettrauto

In questi casi si dice che un pezzo di storia se ne va. Magari con un po’ di retorica. Ma mai come questa volta non è necessario sforzarsi a trovare un’altra frase per attaccare a parlare della chiusura della Carrozzeria Aglietti. Perché una più giusta, di frase, forse non c’è. Almeno per raccontare questa di storia, che è di famiglia e di impresa, di vita e di passione.

A Cossato non c’era e non c’è nessuno che non sappia chi sia Piero Aglietti, il “secondo” titolare di quest’attività nata negli anni ‘30 e arrivata alla soglia dei novant’anni. A fine novembre lo stop, senza se e senza ma, come racconta Piero Aglietti, seduto alla storica scrivania nell’ufficio ormai chiuso lì a un passo da quell’officina che non sa quante auto ha visto entrare ammaccate e uscire luccicanti: «Sono qui dal 1965, sempre in via Martiri della Libertà. Prima c’era mio zio Arrigo, io ho cominciato da apprendista nel 1959 dopo aver finito la scuola a 14 anni. Poi con 21 anni, dopo l’apprendistato, da artigiano ho rilevato l’attività».

Classe 1944, Piero Aglietti a Cossato e dintorni ha aggiustato le macchine un po’ di tutti: «Qualcuna l’abbiamo aggiustata, sì» sorride «ma conti non ne ho fatti. Impossibile. Sono state troppe. Devo dire che il lavoro in tutti questi anni è sempre stato regolare. Non abbiamo mai patito crisi. Anzi, negli ultimi anni con le forti grandinate che si sono verificate abbiamo avuto incrementi».

I tempi adesso sono cambiati troppo, anche per uno come Aglietti che non si è mai tirato indietro dal lavoro: «L’evoluzione delle macchine sono state notevoli. Soprattutto dal punto di vista della tecnologia che però ha influito anche sulla nostra attività. Perché sempre più anche i nostri interventi richiedevano l’ausilio di un elettrauto piuttosto che di qualche altra officina specializzata».

Riannodare il filo con la storia diventa un attimo: «Quando ho iniziato non è che ci fossero tante auto. All’inizio il nostro lavoro era per lo più manodopera, poi con la crescita della tecnologia, invece, quella si è “semplificata”».

Piero Aglietti, a Cossato e nei dintorni conosciuto anche per il suo impegno sportivo, ereditato dallo zio che fu dirigente della Cossatese, ha avuto fino a otto dipendenti, ancora quattro nel momento in cui ha deciso di dire basta. E quattro per i quali si è preoccupato, lavorativamente, fino all’ultimo: «Avevo sempre detto che avrei portato i miei operai in pensione e così è stato. Ho sempre preso a lavorare persone giovani che sono rimaste tutta la vita qui con me. Gli ultimi quattro sono andati in pensione adesso e così, come si dice, ho potuto chiudere il cerchio. Già un anno fa dicevo che quando sarebbero andati tutti in pensione avrei chiuso e così è stato. Non potevo ricominciare dall’inizio o cercare manodopera altrove».

In una vita in officina Aglietti, che in undici lustri abbondanti non ha mai fatto mancare il suo sostegno a attività sportive e sociali e a manifestazioni di ogni genere, ne ha viste tante, in maniera proporzionale, si potrebbe dire, alle auto aggiustate: «Prima di riparare le macchine, devo dire che ho sempre dato consigli se fosse meglio fare in un modo piuttosto che in un altro. Se convenisse aggiustare una carrozzeria oppure e no». E i consigli probabilmente continuerà a dispensarli a giudicare dalla chiamate di amici, clienti e colleghi: «Credo proprio di si. Anche adesso che ho smesso. Quando hanno saputo che chiudevo in tanti hanno cominciato a chiedermi come avrebbero potuto fare questo o quell’altro». E per tutti, come sempre, Aglietti anche oggi ha una risposta: «Ho detto di chiamarmi che se posso volentieri un consiglio per le riparazioni lo do. Forse questa è l’eredità che ho lasciato ai miei clienti. Un po’ come non abbandonarli».

I cambi sul fronte tecnico, tecnologico e burocratico sono stati decisivi per la decisione di Aglietti: «Certo. È un altro mondo da tutti i punti di vista». E sul fatto se le macchine fossero più facili da aggiustare nel 1965 o adesso non ha nessun dubbio: «Una volta era sicuramente più facile, con l’evoluzione le cose si sono complicate. Ripeto, la troppa tecnologia ha influito anche sul nostro lavoro. Toccando la carrozzeria dell’auto oggi tocchi troppo di altro per cui servono diagnosi tecniche accurate e specializzate che vanno oltre al nostro lavoro specifico». Tutto diverso, insomma da metà anni sessanta. E se poi si torna agli anni dello zio Arrigo sembra davvero passata un’eternità: «All’epoca si facevano i cartoni e i cassoni dei trattori e dei carri agricoli. Quando sono entrato io abbiamo allargato un po’ l’officina perché con le auto gli spazi di cui necessitavamo erano maggiori». Quell’officina che ha spento le sue luci un mesetto fa, ma che tra qualche giorno è pronta a riaccenderle per far posto ad un meccanico elettrauto. Che per un bel po’ è probabile che a Cossato sarà il meccanico elettrauto che ha aperto dove c’era la carrozzeria Aglietti. Perché la storia perde qualche pezzo, ma non si cancella mica.

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