I commercianti: «Serve un cambio
di mentalità»

Perché Cossatoshop non decolla? I dubbi e le intenzioni di alcuni negozianti che parlano delle difficoltà nelle loro attività e del futuro

Qualcosa non va, o meglio, fatica a ripartire. Cossatoshop solleva da tempo qualche dubbio e titubanza sulla propria funzionalità. Due settimane fa c’è stata la riunione del comitato dell’associazione in Sala Pizzaguerra a Villa Ranzoni. Con la presenza del sindaco Moggio, dell’assessore Borin e del nuovo assessore al commercio Roberto Poletti si è provato a discutere di un rilancio dell’associazione commercianti, a capire se ci fosse qualcuno intenzionato ad entrare a far parte del direttivo e rilanciare, a piccoli passi, il commercio cossatese. Per capire il “sentiment” generale ci siamo avventurati per le vie centrali di Cossato. Tra le vie Mazzini, Lamarmora e Mercato alcuni commercianti hanno offerto un proprio punto di vista sulla situazione attuale che investe Cossato. A delineare uno scenario più complesso, che investe non solo Cossato ma il mondo delle vendite nei paesi e nelle piccole cittadine è Elvira, proprietaria della vetrina d’abbigliamento Made In Italy: «Da quando ho questa attività – dal 1990 – noto che ci sono difficoltà per i commercianti. La situazione non riguarda solo Cossato; nella mia condizione in cui lavoro per passione sono soddisfatta, ma è più difficile per chi magari ha trent’anni. Per Cossato sono fiduciosa che la futura apertura del supermercato all’inizio di via Mazzini porterà movimento».

Entrando nel merito della situazione di Cossato, le impressioni non particolarmente positive, esito dell’incontro tra istituzioni e associazione, sembrano essere confermate da Letizia Furno, del negozio d’abbigliamento To Be Cossato: «Nell’ultimo periodo sta mancando quell’entusiasmo che c’era inizialmente. Io sono sempre stata nel direttivo, però forse stiamo risentendo anche della situazione generica che coinvolge tutti i paesi come il nostro. Da parte del Comune e dell’assessore c’è sempre stato appoggio in questi anni, ma forse siamo carenti di iniziative. Spiace che vada così».

Con idee convinte e pronti a mettersi fortemente in gioco ci sono Elisa Montangero e Stefano Bozio Madè, i due titolari di “La Bakery” di via Lamarmora: «La volontà – dicono – è quella di essere parte del direttivo, però bisogna entrare nell’ottica di ragionare per un progetto a medio lungo termine, quindi avere un programma da proporre. Purtroppo, nonostante sui gruppi WhatsApp siano presenti molte persone, alla riunione per rilanciare Cossatoshop eravamo solo una ventina. Noi siamo di recente adesione, ma i concetti che erano stati sviluppati alla base non sono sbagliati. Siamo dell’idea che serva anche un cambio di mentalità rispetto ai tempi passati».

Cambiare, o adattare, il proprio stile e il proprio modo di relazionarsi al mercato e ai clienti può e deve essere un punto di partenza. Ridare vita a Cossatoshop è un’idea che aggrada anche Simone Toniazzo ed Elisa Pasquadibisceglie. La loro Bottega Intollerante si trova in via Mercato e la visibilità che ottengono rispetto alle vetrine di via Mazzini è certamente ridotta, ma non per questo motivo di disincentivo: «Noi siamo disposti a partecipare attivamente a Cossatoshop, ma bisogna capire alcuni aspetti che non sono stati spiegati nell’ultima riunione. Innanzitutto, servirebbe sapere quanto tempo richiede star dietro all’organizzazione. Se nessuno si fa avanti perché è richiesto un impegno quotidiano, e avendo le attività è comprensibile che disponga di poco tempo, un’idea potrebbe essere rivolgersi ad un organizzatore esterno». Un piccolo richiamo però è stato rivolto a chi ha partecipato alla riunione di un paio di settimane fa: «Nonostante ci fossero state delle proposte relative al comitato dell’associazione, si è finito a parlare di tutt’altro e non di Cossatoshop. Lo stesso accade a volte quando vengono organizzati eventi, ma noi non sappiamo fino in fondo cosa venga organizzato».

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