I ricordi della gente rivivono sugli scaffali
della casa contadina

Usanze, gesti e ritualità di un tempo si possono scoprire nella nuova cellula della civiltà realizzata al Ricetto con l’impegno di molti volontari

La cellula della civiltà della vitivinicoltura, inserita nel nuovo percorso di visita del Ricetto di Candelo custodisce usanze, gesti, ritualità legate alle radici di Candelo, ricordi preziosi da tramandare alle nuove generazioni e ai Candelesi di domani. «Un progetto nato fin dalla sua origine» spiega il sindaco di Candelo Paolo Gelone «grazie all’impegno di tanti Candelesi e di tanti volontari, grazie ai quali nel tempo abbiamo raccolto ed esposto strumenti, usi e costumi della nostra terra, quindi le nostre tradizioni: una cultura che non dobbiamo perdere o dimenticare, che suscita davvero tanta curiosità nei visitatori... in questi anni abbiamo lavorato molto su tecnologie e innovazione, ma siamo riusciti anche a dare uno spazio speciale a questo tesoro prezioso di ricordi, che continueremo a custodire e valorizzare».

La nuova cellula è, in nuovi spazi e con un nuovo allestimento, l’evoluzione di quella che era la “Casa contadina” allestita nel 1997 e situata in II rua. Al piano terra si possono osservare degli strumenti di lavoro e alcune riproduzioni di mulini (realizzati da Cesare Augusto). Salendo al primo piano ci si trova in una ricostruzione di come poteva essere un’abitazione contadina al di fuori delle mura del Ricetto agli inizi del Novecento, con due stanze, una zona giorno e una camera da letto, in cui ritrovare tanti ricordi di una volta: il vecchio “scaldaletto”, un girello per i bambini, i veli del lutto e molto altro ancora, tra questi anche i costumi del Carnevale Storico di Candelo.

Gli oggetti all’interno della cellula sono stati raccolti e donati dai Candelesi: antichi oggetti che parlano del passato contadino del paese, tramandati dai nostri “nonni”, uno specchio in cui la comunità può riscoprirsi e riconoscersi.

Mariella Biollino, che del progetto si è occupata da sindaco ma anche da volontaria, racconta in particolare il contributo di due pilastri della narrazione delle tradizioni candelesi: «Cesare Augusto e Giancarlo Pessa sono stati da sempre protagonisti in tutti i progetti legati alle radici, tanto da essere stati dichiarati ufficialmente “testimoni di cultura popolare”: la loro grande disponibilità ha reso possibile tutelare e raccontare quel mix di conoscenze teoriche e di saperi pratici alla base del mondo contadino di un tempo».

Oggi che Giancarlo Pessa non c’è più (è mancato nel 2023), a ricordarlo rimane una targa proprio in questa cellula, che recentemente ha trovato una nuova sede sempre dentro al Ricetto, in terza rua, molto più grande e spaziosa della precedente in seconda rua. Cesare Augusto, sempre attivissimo in tutti i progetti legati al passato di Candelo, sottolinea che la casa contadina «è la rappresentazione concreta, che le persone possono toccare con mano, di un’epoca in cui l’uomo aveva imparato a vivere in simbiosi con la natura: tecniche agricole che rispettavano il territorio, ogni attrezzo aveva il suo scopo preciso e veniva utilizzato con cura e rispetto, l’artigianato lavorava per prodotti pensati per durare, il tutto immerso nei ritmi della natura». Un’altra testimonianza arriva da Manuela Maroino, volontaria che ha lavorato al nuovo allestimento insieme a tanti volontari Pro loco e associazione Centro Documentazione Ricetti: «Ho contribuito all’allestimento portando anche il materiale appartenuto ai miei nonni e bisnonni, che appaiono nelle fotografie appese alle pareti. È stato un piacere per me partecipare a questo progetto anche nel ricordo delle persone a me più care e per condividere con le nuove generazioni i ricordi di un passato che ancora mi scalda il cuore».

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