Il Fondo Bianco: una storia di generosità che dura da 42 anni

La presidente Ida Saviano e il suo vice Franco Graziola raccontano le attività dagli albori, con la lungimirante Maria, fino alle attuali collaborazioni

Ci avviciniamo alla chiusura del cerchio delle associazioni cossatesi. Tramite “Associazioni in vetrina” abbiamo avuto modo di esplorare diverse realtà, che prestano servizio alle persone a seconda dei tipi di esigenza: alimentare, medica, ludica. Questo nuovo approfondimento è dedicato ad un “catalizzatore” di associazioni: il Fondo Maria Bianco. Con l’aiuto della presidente Ida Saviano, e del vicepresidente Franco Graziola, abbiamo ripercorso gli albori dell’organismo, le sue funzioni ed il momento non semplice che, come gli altri corpi associativi, sta vivendo.

L’evoluzione del Fondo
Maria Bianco

Il fondo non è sempre stato organizzato come oggi. Dal 1982, anno della fondazione, al 2024 acqua sotto i ponti ne è trascorsa e l’organizzazione interna è cambiata. Basti pensare che nello statuto iniziale, e in alcuni di quelli successivi, erano compresi l’assessore ai servizi sociali e tre rappresentanti del Comune, suddivisi in due consiglieri di maggioranza e uno di minoranza.

Altri tempi verrebbe da dire, soprattutto in considerazione della decisione di non considerare più gli esponenti politici per la costituzione del direttivo. Ciononostante, i rapporti con la prima istituzione cittadina sono sempre stati di solidarietà, come confermano Saviano e Graziola all’unisono: «La situazione è cambiata nel tempo, ma la comunicazione con il Comune è sempre stata ottima. Anzi, è il caso di dire che ci sono sempre stati donati fondi». Già, i fondi. Ma a cosa servono? Lo vediamo nel paragrafo successivo, dopo aver specificato i più profondi legami che attualmente il Fondo. Tre parrocchie cossatesi sono “storiche” collaboratrici: San Defendente di Ronco, la Speranza e l’Assunta.

Sostenere ed essere sostenuti: un sottile equilibrio

Come accennato poco fa, di cosa si tratta quando si parla di Fondo Maria Bianco? Come dice il nome stesso, il Fondo riceve soldi che vengono destinati ad altre attività, come il supporto di persone portatrici di handicap. Ci sono altri casi, spiegano Ida Saviano: «Il sostegno di ragazzi meritevoli a scuola che non possono permettersi di proseguire gli studi, la copertura delle spese dovute per le utenze, i costi dei buoni pasto scolastici o del trasporto per raggiungere l’edificio scolastico: sono tutti casi che ci vedono coinvolti.

Il Fondo, dunque, svolge una funzione spesso vitale, ma presenta anche diversi modi per essere sostenuto e finanziato. Ce li illustra Franco Graziola: «I soldi che riceviamo vengono ricavati da situazioni diverse. L’evento di punta del Fondo è la Festa della Mamma, ai tempi svolta nel giardino di Villa Berlanghino, al cui evento dedicato c’è la lotteria a cui le persone partecipano da anni dando contributi per sostenere l’attività. Il Comune – come già detto – sostiene, ma capita anche trovare offerte da parte di privati, gruppi e associazioni varie». Un esempio in tal senso è la giornata istituita da Auser e dedicata al riciclo: i proventi sono stati destinati al Fondo Maria Bianco. Da citare anche i bandi messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio Biella.

La lungimirante Maria Bianco

Per aiutare l’attività del Fondo, soprattutto per individuare chi ha bisogno, è importante il lavoro dei servizi social, della Caritas, di Auser e del Fondo Edo Tempia, oltre alle tre parrocchie citate in precedenza. Oggigiorno la facile comunicazione permette un migliore coordinamento delle situazioni, ma ai tempi della fondazione del Fondo una persona sola fu determinante: Maria Bianco.

Donna residente in Frazione Bonardi (deceduta il 20 maggio 1999), aveva ben chiara un’idea: assistere le persone con problemi psico-fisici e le famiglie con notevoli difficoltà economiche. Fu così che decise di destinare somme di denaro per le case di riposo già presenti sul territorio.

La storia ci dice che la Casa di riposo Gallo non la soddisfava in quanto a dimensioni; quindi, cercò di fare il possibile per ampliarla. I suoi impeccabili rapporti l’allora sindaco Panozzo aiutarono a far sì che destinasse ulteriori somme per sostenere ed alimentare le opere di bene del Fondo.

«Mantenere in vita il Fondo Maria Bianco è molto importante – concordano la presidente Saviano e il vice-presidente Graziola. Nonostante si faccia fatica ad avere un ricambio generazionale, il Fondo è una realtà solida, trasparente e di grande aiuto verso chi è in difficoltà».

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