Il Museo che racconta il “paese con la valigia” e custodisce le profonde radici di chi parte

Parla Marta Micheletti, presidente dell’ente che raccoglie aneddoti di vita e cimeli degli emigranti locali. Da 23 anni conserva storie ed esperienze. Oggi l’attività prosegue nel ricordo di Velia Micheletti, storica fondatrice

Non è stato un anno semplice per il Museo dell’Emigrante di Roasio a causa della scomparsa, avvenuta nel novembre scorso, di Velia Micheletti, fondatrice ed ex presidente del Museo. Una figura iconica e assoluta protagonista della nascita del luogo in cui viene raccontata la storia dei roasiani che dalla fine dell’800 lasciarono il paese d’origine per cercare fortuna. E che oggi continua a coltivare la cultura dell’emigrazione attraverso oggetti e ricordi che ne fanno una meta irrinunciabile per la popolazione locale, i turisti e chi è legato a discendenze del passato. Anche la scorsa estate sono stati in tanti a visitarlo: americani, argentini (che hanno scoperto dei loro bisnonni di Roasio), francesi, sudafricani e australiani ma non solo. Perché il Museo dell’Emigrante ha superato i confini tra le province di Biella e Vercelli con assoluta facilità, complici i quasi 700 ’roasiani’ che vivono all’estero: «Qui è bello vedere la gente che si commuove quando viene a trovarci – spiega la presidente del Museo, Marta Micheletti – vuol dire che è stato realizzato qualcosa di significativo ed emozionante. Capiscono che ci abbiamo messo il cuore». Intanto domenica 27 ottobre il Museo concluderà la sua stagione. Da novembre in poi verrà aperto esclusivamente su prenotazione per gruppi e scolaresche fino a maggio 2025.

«Per noi è stato un anno di ulteriore crescita – afferma sempre Marta Micheletti che guida dal 2021 il Museo insieme al direttivo composto da Claudio Noca, Daniela Comazzi in Winther, Francesca Peretti e Thea Faccio in Cappa – oltre alle numerose visite nazionali ed internazionali abbiamo avuto la visita di una troupe della Rai per un bel servizio che ci ha dato altra visibilità. Poi il torneo di scacchi organizzato con il Club Vallemosso che vorremmo riportare tutti gli anni e la piacevole visita degli ospiti della casa di riposo di Brusnengo, che hanno avuto l’opportunità di riconoscere dalle foto e dai documenti alcune esperienze vissute da emigranti. Stiamo già preparando i prossimi appuntamenti: nel 2025 ospiteremo una mostra dedicata all’Adunata nazionale degli Alpini che si terrà a Biella e nel 2026 compiremo 25 anni di vita. Abbiamo un progetto che vogliamo presentare l’anno prossimo».

Marta Micheletti è nata a Borgosesia ma anche lei è cittadina del mondo: «Quando avevo due mesi io e la mia famiglia ci siamo trasferiti in Nigeria dove papà lavorava nel settore edile. Sono tornata nel 2000 ma ho parenti negli Usa, in Namibia, in Belgio e persino nelle Isole Vergini. Il rapporto con l’Africa, invece, parte da molto più lontano grazie al mio quadrisnonno che nel 1884 partì per il Mozambico». Tante storie che si intrecciano, dunque, unite da una citazione perfetta presente sul sito del Museo: «Qui i nostri giovani e le future generazioni di Roasio, non importa dove la vita li porterà nel mondo, ritorneranno e ritroveranno le loro radici».

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