Il parco illuminato anche di notte

Sono stati inaugurati i lavori di risistemazione eseguiti dagli alpini nel Parco della Rimembranza, accanto la Santuario di San Giovanni d’Andorno

Per la ricorrenza del centenario del Parco della Rimembranza i Gruppi Alpini di Campiglia Cervo e Rosazza “Alta Valle del Cervo” e di Piedicavallo in collaborazione con la Fondazione O.P.L. di San Giovanni hanno organizzato un evento che si è svolto sabato e domenica scorsi.

Nel pomeriggio di sabato nel locale della struttura alberghiera lo storico Danilo Craveia ha tenuto una conferenza dal titolo “Il Parco della Rimembranza ed i suoi caduti” in cui ha raccontato ad una cinquantina di convenuti le vicende che si sono succedute in cent’anni dalla costruzione ai giorni nostri attingendo notizie dall’archivio del Santuario presso il Centro Documentazione A.V.C. e da documenti trovati su giornali e cronache del passato: ne è uscito un racconto molto interessante sulla storia valligiana che ha immolato 158 suoi figli alla patria perché tanti sono i cippi: 78 sono da ricondurre alla 1° guerra mondiale, 64 alla seconda e 16 alle guerre di indipendenza.

Domenica è stato il giorno della manifestazione ufficiale e oggi mi piace fare un confronto con la cerimonia svoltasi 100 anni fa in occasione dell’inaugurazione. Si legge nelle cronache di allora: «Domenica 6 luglio 1924 in una bella giornata di sole qualche centinaia di valit si sono ritrovati al ponte Concresio per salire a piedi in corteo a San Giovanni guidati da autorità civili e militari, reduci, famiglie festanti per la pace ritrovata da circa un quadriennio dopo una guerra che aveva visto l’Italia prevalere sull’oppressore austro ungarico. Ad attenderli al parco dove era stato allestito un altare per la funzione religiosa c’era il vescovo di Biella Mons. Giovanni Garigliano che officiò il solenne rito insieme al Rettore don Miniggio cui seguì la benedizione dei 64 cippi in cemento ed un aulico discorso tenuto dall’on. Ruffini di Novara in rappresentanza del governo sabaudo... Un pranzo ufficiale fu organizzato presso il Ristorante del Santuario in un’atmosfera di convivialità ed ottimismo»: il fascismo era agli albori e non aveva ancora rivelato la sua natura.

E veniamo ad oggi: domenica 7 luglio 2024 in una giornata tutt’altro che estiva dove incombevano nuvoloni cupi sul cielo della bassa valle confermati da previsioni meteo nefaste, dopo un rapido consulto tra gli organizzatori Gruppi alpini Valle del Cervo e Piedicavallo e il presidente della Fondazione, ovvero il sottoscritto, si decise di approntare l’altare presso la colonna mozza e quindi sfidare le funeste previsioni per celebrare la cerimonia all’aperto.

I sindaci di Piedicavallo Carlo Rosazza Prin, di Rosazza Francesca Delmastro, la vice sindaca di Campiglia Daniela Casale, una trentina di alpini della valle cui si sono uniti i gagliardetti dei gruppi della bassa valle e della sezione di Biella, alcuni rappresentanti di associazioni d’arma, i Carabinieri del comando di Andorno, alcune “valète an gipun” ed alcuni componenti del Coro “Accordi in Valle” accompagnati dalla banda di Tavigliano hanno presenziato alla cerimonia, il pubblico presente contava non più di una trentina di valligiani. Dopo l’alza bandiera accompagnato dalla banda di Tavigliano, in un clima di profonda partecipazione, la Messa è stata officiata dal vicario generale don Paolo Boffa Sandalina insieme al Rettore don Paolo Santacaterina.

Le riflessioni durante l’omelia hanno richiamato alla commemorazione dei caduti valit cui il Parco è dedicato, con alcune considerazioni opportune: cent’anni fa il parco venne inaugurato per ricordare i caduti della grande guerra nella convinzione che fosse passato un perio nefasto. Tale supposizione purtroppo fu smentita dai fatti con la triste ed ancor più drammatica vicenda della seconda guerra mondiale, una guerra divisiva tant’è che per definire i 64 caduti da ricordare ci sono voluti circa venti anni. Osservo che la scarsa presenza di pubblico ricorrente in tali manifestazioni sta a testimoniare che ben poco è rimasto di quei ricordi anche tuttora siamo in presenza di numerose guerre che non ci toccano perché in zone relativamente distanti dal nostro Paese, in altri mondi ed altri contesti. Purtroppo la storia si dimentica troppo presto perché le certezze possono diventare improvvisamente incertezze riservando un futuro che dovrebbe portarci a meditare prendendo spunto dai luoghi della memoria di cui i parchi ed i sacrari rappresentano una profonda testimonianza.

Dopo la cerimonia religiosa il corteo ha percorso il sentiero accompagnato dai rintocchi del campanone con la benedizione dei cippi ed il taglio del nastro per inaugurare il nuovo impianto di illuminazione ed i 4 pannelli esplicativi posizionati lungo il percorso.

Ha quindi preso la parola il capogruppo degli alpini Valle del Cervo cui va il merito di aver fermamente voluto dare una impronta alla manifestazione con i lavori svolti in 5 giornate di volontariato per l’illuminazione notturna del parco per cui al tramonto si accenderanno 29 lampade a led visibili da alcuni punti della valle che segnaleranno il sacro luogo invitando ad un momento meditativo o ad una piacevole passeggiata lungo il percorso nel fresco della faggeta del Santuario, inoltre ci si augura che il luogo possa essere frequentato dalle scuole per conoscere una pagina di storia della Valle consultando i 4 pannelli dotati di QR code che rimandano ad approfondimenti del Centro di Documentazione.

La cerimonia è proseguita con la posa di una corona d’alloro ai piedi della colonna mozza in onore ai caduti. Va riconosciuto agli alpini l’impegno profuso per mantenere il parco provvedendo alla pulizia e sistemazione fino ai giorni nostri soprattutto in occasione delle feste civili del 2 giugno e 4 novembre, inoltre un doveroso ringraziamento va all’architetto Laura Prina Cerai che ha donato il progetto con le pratiche necessarie per le dovute autorizzazioni della Soprintendenza e del Comune nel ricordo dei suoi cari che riposano nel vicino cimitero. Cent’anni fa il geometra Pietro Allara di Forgnengo schizzò il progetto che fu condiviso ed approvato dai 5 Comuni che contribuirono con un contributo di 2.000 lire cui si aggiunse l’Ospizio di San Giovanni e si realizzò il parco, ora si è dovuto sottostare a leggi comunali, regionali, europee ma in tempi record si è riusciti nell’impresa: si conferma così il motto che per gli alpini non esiste l’impossibile. Dopo il capogruppo Roberto D’Ambrosio sono intervenuti in rappresentanza della Sezione Alpini di Biella Andrea Antoniotti che ha portato i saluti ricordando l’adunata nazionale programmata nel 2025 e che coinvolgerà anche San Giovanni con le sue strutture per l’accoglienza e il Parco della Rimembranza potrà essere luogo di commemorazione e aggregazione.

Daniela Casale ha letto una poesia scritta da suo padre Nello “Nt al parc dla Rimembransa ‘d San Giuan” in occasione dei lavori di manutenzione del parco del luglio 1985 che vuole essere un giusto riconoscimento all’opera svolta dagli alpini. Il doveroso omaggio a Nello Casale con la commovente poesia scritta in piemontese riporta alla memoria alcune persone che hanno avuto a cuore e sostenuto San Giovanni con la loro opera e il coinvolgimento di numerosi volontari, in particolare i fratelli Paolo e Mario Hary ed Orazio Boggio Marzet che ci hanno lasciato ma la loro opera di volontariato è presente nei vari complessi del Santuario ed in particolar modo nel Parco della Rimembranza.

Come presidente della Fondazione O.P.L. ho ricordato come la Fondazione c’entri solo come proprietaria del terreno: un ringraziamento va dunque agli alpini per l’assidua e puntuale manutenzione svolta da sempre. L’eredità morale spetta ora ai sindaci dei tre Comuni in quanto depositari della memoria del sacrificio dei loro cittadini per la patria.

Finite le celebrazioni a mezzogiorno tutti sono convenuti sotto i portici per un aperitivo preparato ed offerto dagli alpini e la giornata si è conclusa nel migliore dei modi anche se poi nel tardo pomeriggio le nuvole non hanno più tenuto ed è caduta un po’ di pioggia

La giornata merita un ricordo nel tempo perché segna una tappa miliare nella storia del pio luogo, bisogna andare avanti ma non dimenticare il passato che è la nostra storia.

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