Attualità
Venerdì 19 Ottobre 2018
Il presidente della Provincia e la lettera aperta sul ponte della tangenziale
È una lettera aperta a tutti i biellesi quella del presidente della Provincia Ramella Pralungo riguardo al ponte della tangenziale e alle proposte legate a sistemi di monitoraggio e allarme per impedire il passaggio pedonale sullo stesso. Ecco il documento: «Oggi ritengo utile intervenire su un argomento che sta creando un notevole movimento tanto tra la cittadinanza quanto tra Amministratori Pubblici; nello specifico mi riferisco alla questione legata al Ponte della Tangenziale ed alla proposta progettuale in fase di avanzamento che prevede l’installazione di un sistema di monitoraggio e allarme per impedire il passaggio pedonale sul ponte. Desidero, in primis, chiarire con fermezza, che sono assolutamente consapevole e certo che l’intervento che andremo a realizzare non rappresenterà la soluzione del problema “suicidi”, anche perché per arrivare ad una soluzione è necessario intercettare il disagio e, per questo aspetto, sul territorio ci sono strutture che se ne occupano. Non può certo occuparsene l’Ente Locale, che non ha le competenze per poterlo fare. Si badi bene che dobbiamo tutti essere consapevoli che l’individuazione del disagio e la ricerca di validi rimedi rappresenta una missione davvero difficile da affrontare.
Un’altra questione di cui dobbiamo, tutti quanti, essere consapevoli è che qualunque tipo di intervento si possa pensare per arginare il numero di suicidi dal Ponte della Tangenziale, non potrà mai mettere la parola fine alla problematica, in quanto questi gesti in luogo pubblico rappresentano solamente la punta dell’iceberg: la maggior parte di questi tragici eventi sono “privati”, ovvero avvengono all’interno delle abitazioni. Detto questo sappiamo tutti che dobbiamo fare qualcosa; abbiamo un dovere morale di intervenire in qualche modo e non possiamo lasciare che si vada avanti senza dare qualche risposta.
Come accennavo in apertura, molti cittadini e molti Amministratori Pubblici stanno intervenendo, nei modi più disparati, dicendo la loro. Ora, ferma restando la piena libertà con cui ognuno può affrontare ogni tipo di argomento, ritengo che sarebbe utile ed intelligente, qualora non si abbiano quantomeno le minime informazioni indispensabili per promuovere la propria idea, evitare di creare confusione attorno ad un argomento quanto mai delicato.
A tal proposito specifico che le scelte che, finora, sono state adottate, sono tutte state vagliate attentamente sotto diversi aspetti e soprattutto limitate al cercare di arginare l’atto finale; ma la parte a monte, ovvero l’intercettazione e gli interventi a cura del disagio devono essere gestiti da altre strutture, non dall’ente locale. Le soluzioni pensate ed attuate, o in fase di attuazione, non rappresenteranno mai la soluzione definitiva del problema ma hanno una logica ben precisa:
- partiamo dalla posa dei cancelletti: hanno un significato importante, perché evidenziano che il ponte non è accessibile ai pedoni e, pertanto, a chiunque notasse qualcuno a piedi lungo il ponte, dovrebbe immediatamente accendersi una lampadina e comprendere che sta avvenendo qualcosa che non dovrebbe verificarsi.
- Sento ancora parlare in maniera persistente dell’innalzamento di barriere: a questo proposito devo evidenziare che questa soluzione, oltre ad avere un costo molto elevato (circa 400.000 €), avrebbe delle conseguenze sulla struttura del ponte, in quanto su di esso andrebbe a gravare il peso statico di oltre 1200 metri lineari (600 metri per lato) per 3 metri di altezza di barriere, peraltro ampiamente esposte a vento e vibrazioni. Quale sarebbe l’effetto su un ponte che non è stato progettato per sostenere in maniera permanente tale peso? Posso comunque affermare fin d’ora che per rispondere a questa domanda sarebbero necessari degli studi tecnici ed interventi molto costosi e che qualunque ingegnere sarebbe molto in difficoltà ad apporre la propria firma.
- Riguardo alla barriera in plexiglass esiste, anche in questo caso, una problematica legata agli agenti atmosferici, in particolare il vento, in quanto si creerebbe un effetto vela che potrebbe, anch’esso creare problematiche alla struttura del ponte.
- Al momento, dunque, abbiamo adottato un altro tipo di soluzione, che potremmo definire come “combinata”, ovvero, procederemo con la posa di un sistema antintrusione, video sorvegliato, che monitora ciò che accade tra guard rail e ringhiera, abbinato alla posa di reti metalliche per tutta la lunghezza del ponte. La rete metallica, che ha un peso sostanzialmente trascurabile e non sarà soggetta ad effetto vela, avrà lo scopo di allungare i tempi d’azione, consentendo così ai soccorsi di intervenire a seguito dell’immediata allerta, già scattata nel momento di superamento del guard rail. Luci e sirene collegate al sistema di allarme serviranno ad attirare l’attenzione di chiunque possa intervenire nell’immediatezza.
Comprendendo che al giorno d’oggi siamo circondati da tuttologi e frotte di opinionisti da tastiera ho ritenuto doveroso esporre qualche precisazione, rammentando che non si può fare tutto ciò che ci viene in mente.
Concludo confermando che la Pubblica Amministrazione cerca e propone soluzioni, proprio come sta facendo la Provincia di Biella, differenziandosi in maniera netta da chi oggi passa il proprio tempo a scrivere, cavalcando l’onda emotiva creatasi attorno a questa triste problematica, ma che, pur avendo ricoperto cariche di vertice in Comune o Provincia, non hanno mai mosso un dito, se non, appunto, quello per battere sulla tastiera. Oggi, queste persone dovrebbero solamente vergognarsi di approfittare di questa difficile situazione, ben sapendo che quando hanno avuto la loro possibilità di intervenire concretamente non hanno fatto nulla. Purtroppo sono consapevole anche quanto metteremo in campo non sarà risolutivo, perché come già detto la parte più difficile del lavoro, legata all’intercettazione e cura del disagio spetta alla struttura sanitaria e noi non possiamo che mettere in campo dei palliativi, seppur nel migliore modo possibile. In ogni caso, se questo intervento servirà a salvare anche una sola vita, ne sarà valsa la pena»!
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