Il progetto GenomicArt presentato nella giornata a porte aperte della Fondazione Tempia
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Hanno nomi che sembrano fantasiosi come “Lascito prezioso” o “Abbracci terapeutici” ma in realtà ogni opera della GenomicArt ha un significato profondo, legato al soggetto che ha ispirato le ricercatrici-artiste: il progetto è stato presentato lunedì 24 settembre, giornata mondiale per la ricerca sul cancro, in cui le porte del laboratorio di Genomica della Fondazione Tempia si sono aperte a Biella per mostrare ai cittadini il lavoro quotidiano del gruppo che, nei diciassette anni della struttura, ha aperto collaborazioni con università e scienziati di tutto il mondo. Le dodici opere ora decorano gli uffici del laboratorio ma sono stampate anche su una serie di gadget, dalle magliette alle borse fino alle tazze, che saranno messe in vendita per raccogliere fondi. Il progetto della GenomicArt è nato quasi per caso da un'idea dei laboratori di Genomica e di Arteterapia. «Mentre ci “scambiavamo” le stanze» ha spiegato la responsabile del laboratorio Giovanna Chiorino «ci sono tornate sotto gli occhi le copertine di vecchie riviste scientifiche che mostravano le immagini al microscopio di cellule. La combinazione di figure e colori ci ha ispirate e abbiamo pensato di provare a riprodurle». Così per settimane, durante la pausa pranzo, le ricercatrici si sono fatte ospitare dal laboratorio di Arteterapia da Giovanna Pepe Diaz e Isabella Graziola e, partendo da una di quelle immagini e lavorando con tecniche miste, dalla pittura alla colla a caldo, dalle paillettes ai fili di lana, le hanno rielaborate e riprodotte. E i nomi descrivono il soggetto. Per esempio il “lascito prezioso” è quello delle cellule prelevate dal tumore di una donna che per prime sono state “immortalizzate”, ovvero conservate e riprodotte in laboratorio per poter essere messe a disposizione degli scienziati. E il “fiore armato”, dall'aspetto colorato e allegro di pianta tropicale, è in realtà una cellula del sistema immunitario, una di quelle che protegge l'organismo dai pericoli. Le opere, che portano le firme, oltre che di Giovanna Pepe Diaz e Isabella Graziola, delle ricercatrici Giovanna Chiorino, Paola Ostano, Ilaria Gregnanin, Caterina Peraldo Neia e Maurizia Mello Grand, sono state riprodotte su gadget che sono stati presentati durante la giornata e saranno messi in vendita per raccogliere fondi per i progetti di ricerca. Per chiedere informazioni o per prenotarne uno, basta scrivere all'indirizzo email [email protected] La giornata a porte aperte, a cui hanno preso parte una settantina di biellesi, si è trasformata anche in una sorta di visita guidata in cui le ricercatrici hanno raccontato il loro lavoro quotidiano nel cuore del laboratorio e delle sue strutture, tra provette, refrigeratori e scanner ad altissima definizione. È stato fatto il punto anche sui tre progetti principali su cui si è concentrata l'attenzione dello staff in questi mesi.
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