Il 23 maggio di 29 anni fa Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta persero la vita a Capaci, uccisi dalla mafia. Ogni anno Libera Biella, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, e Avviso Pubblico, la rete di enti e realtà attive contro l’illegalità, ricordano la strage per tenere alta l’attenzione sul problema della criminalità organizzata. Di seguito pubblichiamo un intervento del referente di Libera Biella.
LA STRAGE DI CAPACI. Riferendosi alla rischiosa mansione degli agenti di scorta il giudice Falcone commentò: «Chiunque fa questa attività, ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualche cosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange. È la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell'ottica umana».
Nell'esplosione, avvenuta sull'autostrada A29 all'altezza dello svincolo per Capaci, alle 17.57 del 23 maggio 1992, i tre agenti morirono immediatamente, la loro auto fu quella investita con più violenza dalla deflagrazione, tanto da essere sbalzata in un oliveto a più di dieci metri di distanza. A più di un’ora dall’attentato, a causa delle gravi emorragie interne riportate, morì Giovanni Falcone e, intorno alle 22, anche sua moglie Francesca.
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