"La Biella che piaceva" diventa un libro, sabato la presentazione

Chi c’è dietro “La Biella che piaceva”, la pagina Facebook – oggi diventata anche blog – che in poco più di un anno ha ricevuto più di 10mila like?

«Non c’è un gruppo di persone, non uno staff, né un dinamico duo, ci sono solo io, biellese doc, quarantenne (forse un po’ di più)» scrive il suo autore, H. P., che preferisce rimanere ignoto, «con la passione per la mia città e tanta voglia di dire qualcosa a modo mio. Ho creato dal nulla questa pagina inutile, per gioco, per noia, per passatempo, per dire la mia e per dare una prospettiva diversa a quello che accade».

Ora “La Biella che piaceva” diventa un libro. “Un libro che non serviva” per l’esattezza, edito da Lineadaria. Spiega Vincenzo Lerro, l’editore: «L’idea di pubblicare le riflessioni ironiche e sferzanti che hanno ottenuto tanto successo su Facebook è nata quando un amico mi ha presentato H. P.: ci è bastata una chiacchierata di pochi minuti per intenderci, sia sull’impostazione del libro, sia sulla visione complessiva del progetto. Siamo rimasti vicini alla freschezza dei post, suddividendo pensieri e considerazioni in 24 capitoli che offrono una panoramica su passato, presente e aspettative per il futuro, abbelliti dalle illustrazioni di Barbara Trinca».

“Un libro che non serviva” sarà presentato domani alle 18 nella libreria Giovannacci. Chi è curioso di incontrare H. P., avrà la possibilità di conoscerlo: insieme a Vincenzo Lerro condurrà la chiacchierata con il pubblico. «Questa non è solo la storia di una città» scrive l’autore «è la storia di un amore, una passione ridicola per un posto ridicolo, tanto bizzarro da essere amato senza riserve, un luogo magico, scavato tra i monti».

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