La biellese in Israele: «Siamo al sicuro»

La radicale Federica Valcauda è parte di una delegazione bloccata dallo stato di emergenza dopo l’attacco all’Iran

«Siamo al sicuro in albergo: qui c’è un rifugio dove possiamo andare se suona l’allarme»: le parole di Federica Valcauda arrivano da Israele, dove vige lo stato di emergenza dopo l’attacco che l’aviazione di Netanyahu ha condotto nella notte tra giovedì 12 e venerdì 13 sull’Iran, colpendo le fabbriche in cui si lavora l’uranio e quartieri delle città e scatenando la ritorsione, con un attacco di droni sulle città dello Stato ebraico. L’esponente biellese di Europa Radicale è da qualche giorno in Israele, in una missione per diffondere il manifesto “Offensiva di pace” che parla di due Stati democratici e due popoli, ma senza il dominio di Hamas sulla Palestina e quello della destra radicale su Israele. L’altro scopo della missione è incontrare associazioni del mondo Lgbtqi+ nella settimana del Pride, che era in programma per sabato a Tel Aviv ma che lo stato di emergenza ha cancellato. Il biglietto di ritorno per Federica Valcauda era fissato per domenica: «Ma gli aeroporti sono chiusi» scrive in un messaggio. «Sicuramente la partenza sarà rinviata. Monitoriamo la situazione e speriamo di rientrare presto». La delegazione italiana è composta da cinque persone, partite con l’Ambasciata israeliana.

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