La classifica della qualità della vita, per Il Sole 24 Ore. Biella: bene l’economia, male la demografia
E’ un dato in controtendenza quello della classifica della qualità della vita nei capoluoghi di provincia de Il Sole 24 Ore: dopo tre graduatorie con il segno positivo (Italia Oggi, ecosistema urbano di Legambiente e ICity Rate di Forum Pubblica Amministrazione), Biella fa registrare un passo indietro di cinque posizioni rispetto al 2017 nella statistica che il quotidiano economico ha reso nota lunedì 17 dicembre. La città si piazza al 41° posto, contro il 36° del 2017, il 38° del 2016 e il doppio 64° posto dei due anni precedenti. A penalizzare Biella e l’intera provincia sono i parametri demografici: gli esperti che hanno redatto la classifica hanno aggiunto due dati nuovi rispetto al recente passato, il tasso di mortalità (defunti ogni mille abitanti) e il tasso di fecondità (numero medio di figli per donna), che hanno spinto in basso la posizione della città.
Proprio nell’aggregatore “demografia e sociale” siamo tra i peggiori in Italia, all’88 posto su 106 province. E quanto a tasso di natalità Biella è il fanalino di coda della penisola. E’ invece penultima per l’indice di vecchiaia, che mette a confronto gli abitanti oltre i 65 anni con quelli con meno di 14 anni, e rispettivamente al 98° e 95° posto per tasso di mortalità e di fecondità. Secondo un’altra voce, per la quale siamo a metà classifica, alla nascita la speranza di vita di un biellese è di 82,7 anni.
A fare da contraltare c’è il guadagno di 43 posizioni nella macro-classifica dedicata ai parametri ambientali. Anche qui il cambiamento è spiegabile sia con il miglioramento in alcune voci (come nella classifica dell’ecosistema urbano di Legambiente che da sempre contribuisce a formare quella de Il Sole 24 Ore), sia con l’inserimento di voci nuove: sono state considerate, rispetto al passato, anche la graduatoria di ICity Rate e la percentuale di territorio a rischio idrogeologico. Qui siamo i migliori in Piemonte, al 18° posto.
Le posizioni migliori, come accade storicamente, sono nei parametri relativi ad affari e ricchezza. Siamo la terza provincia in Italia per consumi procapite, la sesta per minor numero di protesti, la sedicesima per tasso di occupazione e la ventiseiesima quanto a disoccupazione giovanile. Tra le altre voci che ci vedono nelle posizioni di vertice, spiccano il numero di posti a sedere nei cinema (noni in Italia) e il numero di onlus in relazione agli abitanti (tredicesimi).
Inoltre si segnalano i 40,1 stranieri che ottengono la cittadinanza italiana ogni 1000 stranieri residenti, sintomo positivo di integrazione duratura nel territorio, il 60° posto per prezzo medio al metro quadrato delle case (dove il prezzo basso è considerato negativo anche se, visto da un altro punto di vista, è un dettaglio che favorirebbe l’insediamento di nuovi abitanti) e il 25% in meno di stipendio lordo medio che le donne percepiscono rispetto agli uomini, voce questa indiscutibilmente negativa.
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