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Tra le persone che stanno soffrendo a causa dell’emergenza Covid-19 ci sono anche quei rifugiati a cui l’obbligo di isolamento ha interrotto percorsi di vita, tirocini, opportunità lavorative e corsi professionali. Questi giovani risentono fortemente della situazione anche perché non hanno una rete familiare che possa sostenerli. È vero, anche gli italiani sono in difficoltà. Ma Caritas (che non ha smesso di aiutare gli uni per soccorrere gli altri) si è accorta che questa crisi ha fatto emergere tante disuguaglianze.A tutto questo Caritas intende porre rimedio affiancando ai rifugiati in difficoltà una famiglia tutor che li sostenga alleviando la solitudine dell’isolamento e che si impegni ad aiutarli, appena sarà possibile, a riprendere il percorso interrotto.Il progetto si chiama “Apri”: suona come un invito, spiegato nelle parole Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare.L’articolo completo è su Il Biellese del 28 aprile.
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