La fattoria didattica biellese che ospita il cavallo di Pantani
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Si chiama “Habibi”, che in arabo significa “Amore” ed è un cavallo della rispettabile età di 27 anni e fu uno dei doni che ricevette Marco Pantani per la sua vittoria al Tour de France nel 1998. Dopo la morte del campione di ciclismo Habibi, così come altri animali di Pantani, si dispersero qua e là. Dopo varie vicende Habibi è giunto a Roppolo dove è ospite della tenuta “Vivere La Fattoria” di Cristiana Tua e della sua famiglia. Il cavallo non è più sotto le luce dei riflettori, come quando era puledro, ma conduce un’esistenza tranquilla e serena; esce ed entra con libertà dal suo box con vista lago e riceve amorevoli cure. «È uno dei cavalli della nostra fattoria» dice Cristiana Tua, meglio conosciuta come “Kiki”; quasi tutti sono nostri; alcuni sono da noi in pensione. Noi siamo, io amo dire “una fattoria per la vita” per quella degli animali, innanzi tutto, per la cura del loro benessere, nel far loro vivere un’esistenza che sia il più possibile vicina a quella che avrebbero in natura. Se loro sono sereni ed in particolare i cavalli, che sono molto sensibili, riescono a trasmettere benessere e serenità anche alle persone».
Kiki gestisce la fattoria insieme a suo figlio Mark Valenti Tua e al resto della famiglia: in totale un nucleo di sette persone. È vissuta per quindici anni in America e lì si è già occupata della terapia con i cavalli quando ancora qui in Italia nessuno né parlava.
«Mio figlio, che è istruttore e guida equestre autorizzata, è praticamente passato dalla culla al cavallo» spiega Kiki. «Quando siamo ritornati dal- l’America abbiamo deciso di trasformare questa casa di famiglia in una fattoria, senza realizzare nulla di ricercato, ma conservando un ambiente il più possibile naturale a misura di animali e di persone».
Vivere La Fattoria si configura come un’Associazione Sportiva Dilettantistica Culturale. Con i suoi circa tre ettari di terreno intorno e situata in una posizione con vista lago offre passeggiate a cavallo, percorsi didattici per scuole e famiglie, escursioni, gite al lago di Viverone, passeggiate nel bosco, esperienza nella cura e l’allevamento degli animali, nuoto e gioco in piscina, vacanze per vivere la fattoria tra animali e natura, centro estivo in fattoria e conversazioni in lingua madre Inglese su richiesta.
«Noi cerchiamo di vivere in modo il più possibile eco compatibile» evidenzia Kiki «abbiamo anche un’area dove coltiviamo l’orto che utilizziamo, più che altro, per nostro uso personale ed una delle prime cose a cui poniamo attenzione è il risparmio dell’acqua anche di quella che usiamo per abbeverare gli animali; utilizzando quella piovana, quando è possibile, anche se ora il periodo di siccità rende tutto più difficile. Per quanto concerne gli animali: cani, gatti, caprette, pecore, oche e in special modo i cavalli li recuperiamo maltrattati, abbandonati o alle soglie del macello. Abbiamo dei cavalli che arrivano anche all’età di trent’anni; segno delle cure attente che prodighiamo loro. Per quanto riguarda tutte le nostre attività ad esse si può partecipare fin da piccolissimi. Gli animali così ben tenuti sono molto docili e fiduciosi nelle persone». Mark il figlio di Kiki spiega anche che la fattoria è inserita nei circuiti dei diversi “Cammini” e che si possono accompagnare le persone anche a piedi, attraverso essi, con i cavalli che aiutano a portare gli zaini o che possono essere cavalcati nei tragitti più semplici, passo dopo passo lentamente, mentre vengono condotti dall’istruttore, anche se non si ha esperienza di equitazione, come si fa con i bambini o con i diversamente abili. L’associazione, per assicurarsi un’attività a più largo raggio, ha messo in campo dei partenariati e delle situazioni di collaborazione con altre associazioni e istituzioni del territorio.
«Lavoriamo molto bene con tutti» dice Kiki, in modo particolare, ci è molto vicino l’Istituto Comprensivo di Cavaglià con cui sovente collaboriamo per dei progetti con i ragazzi e la preside Stefania Nuccio sponsorizza molto la nostra immagine, consentendoci di avere visibilità presso le scuole».
Il problema che la famiglia deve affrontare ultimamente è quello di non aver personale esterno che aiuti. «Prima avevamo dei giovani che facevano il Servizio Civile e che ci supportavano, ma quest’anno non abbiamo nessuno che possa coadiuvarci nelle nostre attività. Invitiamo i giovani a venirci a trovare, a trascorrere una giornata con noi, immersi in una dimensione naturale adeguata a persone ed animali. Magari qualcuno decide di restare a darci un aiuto».
MARIA TERESA PRATO
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