La polleria Rapelli di via San Filippo saluta dopo 60 anni di attività
Una storia iniziata con papà Sergio e proseguita dal figlio Lorenzo con la moglie Lorella: «Ringraziamo tutti i clienti che ci sono stati fedeli»
«La polleria Rapelli è nata nel 1959 con mio suocero. Era in piazza primo maggio. Dall’87 ci siamo spostati in via San Filippo. E oggi siamo arrivati al traguardo che tutti anelano, la pensione». A parlare dietro al bancone di una vita, il giorno prima della chiusura è Lorella che con il marito Lorenzo ha gestito fino al 31 dicembre quella che era una delle attività più longeve della città.
«Dopo quasi 37 anni siamo arrivati alla conclusione» spiega la signora Lorella con la cortesia e il sorriso che l’hanno sempre contraddistinta nel servire i clienti. «Capisco che si lasci un buco a Biella perché noi eravamo specializzati nelle carni bianche, ma ogni cosa ha un tempo. C’è un inizio e una fine per tutto». Il pensiero è subito ai clienti: «Sono sempre stati carini e fedeli. Anche adesso mi hanno fatto complimenti, chi anche qualche regalo. Non potevo desiderare altro».
Polleria Rapelli per Biella significa ricordare anche Sergio, il titolare storico dell’attività: «Tutti andavano da mio suocero, lo conoscevano in tantissimi. E andavano tutti “dal Sergio”. Io ho iniziato ad aiutare nel negozio nel 1983 con diciannove anni».
I ricordi sono tanti: «Si, davvero tanti. Però ad un certo punto bisogna fare delle scelte. Si cambia vita. Poi, diciamo la verità, le spese sono triplicate». I costi hanno inciso, ma non sono stati comunque il motivo della chiusura: «Non possiamo aumentare i prezzi in maniera sconsiderata. Con i costi del gas così alti oggi dovremmo vedere un pollo allo spiedo a prezzi troppo alti. Non è comunque il motivo della chiusura, però è una situazione che si aggiunge. Questa speculazione ci ha danneggiato troppo. L’impressione è sempre che le piccole attività si cerchi di farle chiudere, invece, di aiutarle. Senza la pensione sarebbe stato difficile andare avanti». I momenti sono stati tanti: «Anche difficili. Negli anni ‘90 l’aviaria ci ha dato problemi però non ha toccato gli allevatori italiani piccoli. Sul banco da noi è sempre arrivato un prodotto sano. Abbiamo sempre cercato di curare la qualità. In quel periodo non è stato facile, ma per fortuna la gente si è sempre fidata di noi». Sempre Lorella, mentre il marito è nel retro bottega a preparare gli ultimi polli, racconta: «C’era da lavorare dodici ore al giorno e siamo sempre riusciti ad andare avanti perché siamo stati solo in due. Oggi i costi sono troppo alti».
Infine qualche ricordo: «Grazie anche a mio suocero siamo sempre stati molto conosciuti. Quando mio maritò andò al giuramento da militare Sergio sulle serrande abbassate scrisse “chiusi per motivi patriottici”. Lo conoscevano tutti a Biella. Aveva la polleria ed era un personaggio».
Rammarico particolare nessuno per Lorella, o al massimo uno: «Si, ricordo i tempi in cui c’era il mercato in piazza e dalla porta d’ingresso del nostro negozio non vedevi dall’altro lato di via San Filippo tanta gente c’era. Ecco, rimpiango un po’ quei tempi. Ma adesso è ora della pensione».
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