La Pro loco resta assente: la parola al sindaco Moggio
Qualcuno sembra disposto a riprendere in mano l’associazione: «Serve un’iniziativa privata. Ma come comune siamo pronti a supportare»
Grazie a un menù-eventi di settembre ricco di appuntamenti, Cossato ha fatto intravedere potenzialità organizzative e di coinvolgimento della popolazione.
In attesa di nuove iniziative legate alla sfera culturale, torniamo a trattare di tematiche di attualità o questioni che mancano dall’attenzione quotidiana.
L’approfondimento dedicato alla vita di Cossatoshop e agli umori dei commercianti della città è un buon apripista per scavare nella volontà di fare associazione e di credere nell’unità d’intenti.
Altro scoglio, che da tempo non viene preso in considerazione, è la questione Pro loco. Il tentativo di rianimare l’organizzazione locale a scopo di valorizzare e promuovere il territorio non aveva avuto lunga vita. Con Ilaria Monteferrario, ai tempi propostasi a capo della ripartenza, si era provato a sondare di nuovo il terreno ma, purtroppo come al solito, il tentativo si era perso nel vuoto.
Chi saranno i prossimi volenterosi a far scattare la scintilla? Non lo sappiamo, ma sulla mancanza di un organo di questo tipo in una cittadina come Cossato ormai manca da troppo.
Abbiamo provato a strappare qualche parola al sindaco Enrico Moggio sul tema, visto che già in qualche Consiglio comunale passato l’occasione per fare leva su tale deficit si è presentata. «Per prima cosa – esordisce Moggio – la costituzione della Pro loco deve avvenire per volere naturale; è un’organizzazione che deve nascere spontaneamente. Quando qualcuno vorrà presentarsi il Comune favorirà in pieno la nascita di questa con tutti i presupposti. In prima persona non è l’organo comunale a farsi carico di un processo di scouting. Il gruppo precedente era nato – il riferimento è alla parentesi con Ilaria Monteferrario – ma non è stato sviluppato nel tempo».
Avere una Pro loco in rappresentanza della propria cittadina consentirebbe di promuovere tramite più eventi il proprio territorio, le particolarità e ricreare quello spirito di condivisione che sta mancando, specialmente nei paesi o nelle piccole città.
Non sarebbe un’idea da cestinare nemmeno prendere in considerazione di avere più di un gruppo votato a prendere iniziative.
Prosegue il sindaco: «Più genericamente, stiamo portando avanti un lavoro di ricostruzione del tessuto sociale, che va in modo massiccio in direzione dell’importante aggregazione sociale. Sono sicuro che qualora nascesse una Pro loco le persone sarebbero attirate dall’idea di partecipare e mettersi a disposizione e convergerebbero verso questa. Se si creerà una nuova associazione non sarebbe da escludere, a mio avviso, la nascita di più nuclei».
Come spesso accade, l’ago della bilancia sta a metà tra due parti. Da un lato serve capire quanto e se l’aiuto della politica possa aiutare o rivelarsi un inciampo verso la nascita di una nuova Pro loco; dall’altro andare fino in fondo e mettere chiaramente in luce se il problema è di mancanza di interesse, di volontà e di motivazione. Nel frattempo, il cantiere è aperto. Qualche voce di corridoio sembra indicare che qualcosa di muove. Staremo a vedere chi muoverà i primi passi e chi sarà a farlo.
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