Due prototipi quasi due opere d’arte: una borsa 3D e un maglione per motociclisti a intarsio, entrambi in tessuto in lana Merino, nati in seno a un più ampio progetto di ricerca battezzato “Knitting the future: explore new areas”. In gioco si è messa Südwolle Group con The Woolmark Company e D-House by Dyloan, laboratorio urbano con sede nel cuore di Milano dove si modella il futuro sostenibile della moda, del design e dell’automotive attraverso l’innovazione. Così studiando e sperimentando l’applicazione delle diverse tecnologie di maglieria abbinate alla termoformatura, sono stati creati i due articoli.
«Le proprietà termoformabili della lana Merino mischiata con Grilon®, permettono a tessuti e filati di mantenere la forma, il che è utile per produrre abbigliamento, calzature e oggetti tridimensionali» spiegano da Südwolle. Il progetto di partnership prevedeva l’utilizzo del filato “Icevict”, realizzato dal gruppo di Norimberga che ha una sede anche nel Biellese. Un “misto” che sfrutta tutti vantaggi intrinseci della lana Merino, resistenza, comfort e morbidezza, una fibra naturale, biodegradabile e riciclabile, che offre nuovi modi per creare capi e accessori con migliori risultati di pilling e resistenza all’abrasione.
Con il coinvolgimento di due designer affermati: Vittorio Branchizio e Giulia Ber Tacchini, il risultato è stato poi presentato digitalmente sulla piattaforma Südwebs Innovation Hub, dove Südwolle Group promuove le proprie innovazioni, collaborazioni, tendenze e tecnologie. La borsa di Giulia Ber Tacchini è prodotta in un unico pezzo e poi piegata e assemblata con poche cuciture. La sua particolare costruzione prevede anche degli elementi stampati in 3D sul fondo che proteggono la borsa dallo sporco e ne impediscono l’usura.
«L’ispirazione per la Modular Bag proviene dalla moderna architettura parametrica e dal design modulare, dalla Pixel art e dal mondo dei videogiochi» spiega la designer.
«La sovrapposizione di diversi strati di elementi visivi crea una sorta di effetto di realtà virtuale che io chiamo “metaknit”. Il progetto è stato sviluppato attraverso parametri di ecodesign utilizzando materiali incredibili e le tecnologie più innovative». Prosegue Vittorio Branchizio: «Il mio obiettivo era quello di esaltare il valore della lana nelle sue applicazioni abbinandola al Grilon per dare la possibilità di termoindurire e quindi dare struttura al capo. Ho usato un disegno a intarsio sulla maglia e ho lavorato ulteriormente con un design in rilievo. La mia ispirazione progettuale nasce dall’esigenza di trovare funzionalità data dal filato termo-indurente Icevict utilizzato solo su alcune parti della maglia, in modo da creare specifiche zone di protezione dall’abrasione, un riferimento all’abbigliamento motociclistico. La sfida per me è stata quella di comporre una maglia con filati completamente diversi, combinando la maglia termoformata con il tocco naturale della maglia di lana».
Al progetto hanno inoltre dato il loro apporto S.M.T. azienda di produzione di maglieria, mentre per quanto riguarda gli accessori in stampa 3D, la realizzazione è stata seguita da ShapeMode, competence center specializzato in Digital Fabrication, Additive Manufacturing e DfAM (design for additive), realtà che fanno parte del Gruppo Pattern, il primo Polo italiano di progettazione e produzione di lusso.
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