L’esperienza di due infermiere dell’Asl di Biella di ritorno dalla missione in Turchia nelle zone colpite dal terremoto
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L’esperienza in una missione, come quella piemontese che ha visto coinvolti medici, tecnici e infermieri da tutta la Regione Piemonte per attività di assistenza sanitaria e cura dei pazienti ma anche per la formazione, non è un bagaglio prezioso solo per chi l’ha intrapresa, ma anche per chi, attraverso la testimonianza di chi l’ha vissuta, può riflettere sul valore della professione sanitaria e sulla sua più autentica vocazione.Il racconto di Domenica Pierconti“Era la mattina del 6 febbraio quando al Tg trasmettono la notizia della scossa di terremoto in Turchia. Quella mattina mi reco al lavoro quando intorno alle ore 14 ricevo prima un SMS e a seguire una telefonata...rispondo…una voce registrata...parla...capisco...stavano iniziando la ricerca di personale che avrebbe aderito alla partenza per la missione in Turchia. Stupore, paura, gioia, ansia, felicità...sento il cuore battere all’impazzata, non pensavo stesse succedendo davvero. Mi chiamo Domenica Pierconti, ho 40 anni e da due anni circa lavoro come infermiera presso il blocco operatorio. Avevo iniziato da poco la formazione presso l’Unità Chirurgica EMT-2 della Regione Piemonte quando è arrivata la telefonata…una notizia che sul subito mi ha colto di sorpresa, poi ho realizzato che il sogno di una vita si stava realizzando...nessuna esitazione...rispondo e accetto. Il 15 febbraio parto, la destinazione è Antakya presso il distretto di Defne. Facendo parte del primo gruppo, una volta arrivati sul posto ci siamo occupati della realizzazione dell’ospedale da campo. Un’organizzazione pazzesca e nei giorni successivi quella che si è creata è stata una sinergia incredibile con il gruppo, colleghi, amici… Nessuno percepiva la differenza di ruolo, tutti eravamo lì con un unico scopo e desiderio… aiutare quella povera gente che si era ritrovata senza nulla in una manciata di secondi. L’energia e l’affiatamento con I colleghi ha reso tutto magico e speciale. Ha reso possibile la condivisione di pensieri, emozioni, confronti e paure. L’impatto emotivo all’arrivo non è stato facile, cercare di “leggere” le emozioni e le paure sul volto delle persone, ma anche le lacrime e I ringraziamenti per quello che stavamo facendo è stato toccante. Abbiamo vissuto momenti particolari, dalla seconda scossa di terremoto agli elicotteri militari che sorvolavano il cielo. Non è stato facile convivere con le scosse di assestamento ma il gruppo si sosteneva giorno dopo giorno...ed io percepivo di essere nel posto giusto. É stata quella che io definisco un’esperienza di vita, a livello professionale, personale ed umano. Durante la missione, in quel vortice di emozioni sicuramente quelle più forti sono state l’assistere alla nascita di 22 bambini sia con parto naturale che cesareo.È proprio vera la frase “LA VITA RINASCE ANCHE DAL BUIO”. Ora sono qui, rientrata a casa tra le mie “mura sicure” ma il rientro è stato tutt’altro che facile. Il campo mi mancava così come I miei amici di avventura. A volte si riesce ad apprezzare quello che si ha o la semplicità delle cose solo quando ti allontani da casa o dalla tua zona di comfort...impari a non dare più niente per scontato. Colgo l’occasione per ringraziare tutto il gruppo dell’Unità Chirurgica, del Presidente Mario Raviolo, del mio team leader Nicole Sabrina Goldschmidt e tutto il gruppo che è stata la mia famiglia per quasi tre settimane. Se ripartirei?? Sì, certo...anche ora!!”Il racconto di Elisa Della Selva“Mi chiamo Della Selva Elisa e lavoro nella Rianimazione dell’Ospedale di Biella dal 2020. Il 4 Marzo 2023 sono partita per una missione umanitaria in Turchia, precisamente ad Antiochia (Antakya) per prestare aiuto alle persone delle zone terremotate. Sin dai tempi delle superiori uno dei miei desideri era di poter prendere parte ad una missione, e quest'anno quando l'Unità Chirurgica EMT-2 della Regione Piemonte, a cui sono iscritta, mi ha contattato non ho esitato ad accettare la proposta.Sono stata in Turchia due settimane, abbiamo lavorato in Ospedali da campo e vissuto in tende attrezzate. Ho avuto la possibilità di conoscere colleghi da tutto il Piemonte, con i quali si è subito instaurato un rapporto di collaborazione e in seguito di amicizia. L'esperienza sul campo, a livello professionale, è stata indimenticabile: ho avuto la possibilità di lavorare e aiutare in ambiti in cui non ero mai stata, arricchendomi sia a livello professionale che umano. Da questa esperienza mi porto a casa un bagaglio emotivo importante: durante le due settimane abbiamo vissuto in prima persona la povertà e la disperazione della gente, che nonostante tutto aveva sempre un sorriso e qualche dolcetto da offrirci. Abbiamo avuto la possibilità di visitare ciò che rimane della città, quello che subito abbiamo notato era il silenzio che invadeva quelle strade, e ti rendi conto di essere fortunato. Il ritorno alla normalità non è stato per niente facile, un pezzo d i cuore è rimasto lì, e ogni giorno il mio pensiero torna in Turchia e a questa magnifica esperienza. Doverosi sono i ringraziamenti all'Unità Chirurgica del Piemonte, al Team Leader Nicola Tommasoni, al Deputy Leader Andrea Vermena e il Presidente Mario Raviolo per l'organizzazione; last but not least tutto il personale della Protezione Civile che si è occupato della manutenzione del campo a qualsiasi ora del giorno e della notte permettendoci di lavorare e vivere al meglio”.
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