Lingua dei segni: 30 anni celebrati con un docufilm
In occasione della Giornata mondiale del Sordo è in programma la proiezione pubblica a villa Ranzoni lunedì 30 settembre
Se qualcosa va ricordato per aver fatto la storia scolastica e sociale di Cossato è l’esperienza del bilinguismo italiano-lingua dei segni: 30 anni fa veniva istituita la prima classe di bambini che avrebbero imparato le materie in programma fianco a fianco con i bimbi udenti, utilizzando i segni.
Questa è stata un’iniziativa che ha cambiato la storia della sordità in tutta Italia e che in breve è diventato un esempio per molte realtà straniere, negli anni arrivate a Cossato per conoscere il progetto (Giappone e Scandinavia sono solo alcune delle delegazioni che negli anni hanno visitato la scuola cossatese). Spiega Alessandra Battagin, segretaria dell’associazione Vedo Voci, che riunisce i genitori di bambini sordi: «Il documentario racconta e celebra il progetto sperimentale di eccellenza, riconosciuto a livello europeo, che da 30 anni è in vigore nell’Istituto Comprensivo di Cossato e prosegue nelle scuole superiori del Biellese. Nelle scuole cittadine la Lis è materia curriculare per tutti gli alunni dalla materna alle medie, con l’obiettivo di dare pari opportunità, favorendo l’acquisizione di conoscenze, abilità e competenze che potenzino le sfere dell’autonomia e dell’apprendimento. L’interprete sempre presente rende accessibile ogni tipo di scambio comunicativo per tutti i partecipanti alla vita scolastica di classe, perché la Lis è il mezzo che permette il passaggio delle informazioni ai bambini sordi, ma conoscerla è un valore aggiunto anche per le competenze dei bambini udenti».
Nel documentario vengono ripercorse le esperienze di alunni, insegnanti e genitori che hanno lavorato per realizzare il progetto. Ciò che sorprende, quando si assiste a una lezione in lingua dei segni, è l’assoluto abbattimento delle barriere linguistiche: non c’è modo di riconoscere quale allievo sia udente, quale sia sordo. E in questa peculiarità va riconosciuto l’enorme successo del progetto.
La regia e la distribuzione
Quella del 30 settembre (l’appuntamento è alle 21 a villa Ranzoni) è solo la prima proiezione: «Il documentario verrà presentato anche al cinema Verdi di Candelo in ottobre e poi sarà distribuito in tutta Italia» spiega Battagin. La regia del docufilm è di Paola Settimini, regista e sceneggiatrice italiana, direttrice artistica del La Spezia Film Festival. Ha all’attivo numerosi documentari premiati in tutto il mondo. Tra i più importanti si possono ricordare “Per horror intendo...”, dedicato al cinema italiano di genere horror, e “Bava Puzzle”, excursus sulla cinematografia del Maestro Lamberto Bava. Gli aiuto registi sono Stefania Martinico e Francesco Testi, il soggetto è stato curato da Ivan Mirenda e Alessandra Battagin, la fotografia da Stefania Martinico, il montaggio da Francesco Tassara, la produzione dall’Associazione Vedo Voci Onlus, mentre la distribuzione è di Cut-up Publishing.
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