Look anni Settanta, musica indie-pop.
In una parola: Mille
Domenica il palcoscenico di Bolle di Malto accoglierà nuovamente la cantante Mille (Elisa Pucci). Intrepide seguace della musica, sin da bambina le note toccarono le corde del suo cuore: in un primo approccio allo Zecchino d’oro del 1992, arrivò con la sua band Moseek alla finale di X Factor nel 2015. Oggi con il suo look anni Settanta, capelli ricci raccolti e pantaloni a zampa di elefante, incanta il pubblico di tutto il mondo con melodie indie- pop. In questa intervista inedita si racconta così.
Da bambina quali furono i suoi idoli musicali?
Sicuramente Raffaella Carrà era ed è tutt’ora per me un’icona. Da bambina era per me un membro della famiglia. Ricordo ancora che durante i programmi in TV, lei si toglieva quei grandi orecchini per rispondere alle telefonate in diretta. Per me quella movenza era meravigliosa e la imitavo in tutto, anche nei piccoli gesti. Lei era poesia.
Quando ha iniziato a scrivere canzoni?
Da piccola non appena iniziai a leggere. Ricordo che amavo sfogliare il TV Sorrisi e canzoni e da quanto vedevo e leggevo, iniziavo a scrivere delle canzoncine. Addirittura decisi di partecipare allo Zecchino d’oro presentando un mio brano.
Perché ha scelto come nome d’arte Mille?
Per caso e per gioco. Ero alla ricerca di una parola breve che riassumesse la mia vita e il mio modo di esprimermi. Inoltre da bambina trovai diversi scritti intitolati Mille.
Cosa ama del suo lavoro?
Tutto, dall’esibizione sul palco ai momenti in cui racconto e ricordo la mia infanzia. Il momento che reputo più importante però, è quando ho l’intuizione per una canzone.
Il contatto con le persone è fondamentale: in che modo cerca di coinvolgerle?
In diversi modi. Durante i concerti, do loro il mio cellulare: in questo modo nel corso della serata, possono scattare foto, video, selfie e tante volte ritrovo anche dei numeri di telefono. Al di là dello scherzo però, mi piace catturare le loro emozioni. La cosa che amo è quando trovo alcune dediche, alcune frasi o diversi video-dedica. Questo per me è importante: con le canzoni, si crea qualcosa di intimo.
Cosa porterà sul palco di Bolle di Malto?
Porterò tutto il mio repertorio tranne la parte acustica. La piccola chicca è che ci saranno anche dei brani inediti.
Le tematiche da lei cantate si coniugano perfettamente con il fil rouge di Bolle di Malto, “Di che pasta sono fatti i tuoi sogni”. Lei è riuscita a realizzare il suo sogno?
Diciamo che la pasta c’è. Nel pratico devo continuare a lavorare. Il mio sogno l’ho realizzato: canto e faccio musica in totale libertà.
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