Mercedes Bresso e il ricorso contro la proclamazione dei risultati delle elezioni europee



L'ex presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso con una nota stampa annuncia il ricorso contro la proclamazione dei risultati delle elezioni europee: «Il 25 luglio l’avvocato Gianluigi Pellegrino, affiancato dall’avvocato Sabrina Molinar Min, ha presentato a mio nome ricorso al TAR del Lazio contro la proclamazione degli eletti del Partito Democratico alle elezioni europee. Secondo il calcolo dei resti come era sempre stato fatto, in conformità alla legge elettorale del 79, su base nazionale, infatti il primo dei due resti spettante al PD è del nord ovest e il secondo del centro: quindi a risultare eletti dovremmo essere io e Nicola Danti, primi dei non eletti nei due collegi. Invece, in base a una sentenza del Consiglio di Stato del 2011 (nota come sentenza Gargani), in aperto contrasto con una sentenza della Corte Costituzionale sulla questione, i due posti sono stati attribuiti al collegio del Sud e a quello delle isole, che pure avevano avuto resti nettamente inferiori. La fantasiosa motivazione che ha portato a questa decisione è che, poiché al Sud gli elettori votano di meno per questo non devono essere persi dei posti assegnati a quei collegi nella attribuzione dei seggi.

Mentre la Corte Costituzionale ha ritenuto che, in base anche alla legge elettorale europea da cui quelle nazionali derivano, il criterio della proporzionalità debba essere prevalente, anche perché non è prevista nessuna tutela territoriale sub-nazionale. E in ogni caso - riteneva la Corte - solo una modifica della legge potrebbe disporre diversamente. Ciò malgrado non solo il Consiglio di Stato aveva statuito diversamente ma questa interpretazione è stata utilizzata nelle attuali elezioni europee.
Dalla maggioranza dei giuristi tale interpretazione è considerata “creativa“ e non conforme alla forma e allo spirito sia della legge nazionale, sia di quella europea, soprattutto appare incredibile che un tribunale amministrativo si arroghi il diritto di modificare di fatto una legge, quando la Corte Costituzionale ha chiaramente statuito diversamente. Il ricorso sarà discusso il 15 ottobre».


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