Migranti, lavoro e integrazione più facili. Un protocollo in Prefettura
Organizzazioni datoriali e sindacati, unitamente alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, hanno sottoscritto ieri mattina in Prefettura, un protocollo d’intesa che fa di Biella la prima realtà territoriale in Italia in cui si crea un percorso definito per favorire l’inserimento lavorativo, e quindi l’integrazione sociale, di migranti richiedenti e titolari di protezione internazionale o speciale e di altri cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità, nonché degli sfollati ucraini accolti nelle strutture temporanee gestite dalla Prefettura. Il prefetto di Biella Franca Tancredi è stata regista di questa iniziativa , recepita dai ministeri dell’interno e del lavoro che si sono congratulati con i protagonisti territoriali indicando l’esempio biellese come modello da replicare anche in altre realtà territoriali.
«È un accordo importante» ha detto la prefetta Tancredi «non solo per soddisfare i fabbisogni delle imprese, sempre più in difficoltà a reperire personale, non solo qualificato, ma disponibile comunque a seguire percorsi di formazione. C’è infatti un aspetto sociale che rende questo progetto davvero unico e che costituirà un elemento di rilievo nel campo dell’integrazione, garantendo anche l’attenuazione delle tensioni che si verificano quando si parla di immigrazione e la prevenzione di problemi per quanto riguarda la sicurezza pubblica, per non parlare della possibilità di fare emergere situazioni di lavoro nero che, per fortuna, nella nostra Provincia sono molto marginali».
Il progetto nel Biellese coinvolgerà un numero non eccessivo di individui: nel sistema dei Cas della Prefettura, infatti, sono ospitati 311 individui, tra i quali 24 sono donne e bambini fuggiti dalla guerra in Ucraina. L’accordo, infatti, non coinvolgerà i centri gestiti dai Comuni, che hanno già attivato altri progetti di integrazione.
«La novità più importante introdotta da questo accordo» ha spiegato la prefetta «è che finora, prima di essere riconosciuti come rifugiati e ricevere il permesso di soggiorno e quindi la possibilità di lavorare, queste persone dovevano attendere un iter lungo 2-3 anni. Con questo sistema, che coinvolge anche coloro che sono in at- tesa di questo riconoscimento, ciò può avvenire subito, iniziando a svolgere attività di formazione per avviarsi al lavoro. Superato questo scoglio, attraverso le organizzazioni datoriali e i sindacati, saranno incrociati i dati di domanda e offerta di lavoro delle imprese, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella si è resa disponibile per iniziative di formazione. Per rea- lizzare questo progetto siamo partiti da un’analoga iniziativa realizzata a livello nazionale alcuni mesi dall’Associazione nazionale costruttori edili con il Governo. Noi l’abbiamo però estesa a tutti i comparti imprenditoriali».
Al protocollo hanno infatti aderito diverse associazioni, che hanno partecipato ieri mattina alla firma con i loro rappresentanti.
Il presidente della Camera di commercio Fabio Ravanelli, ha spiegato il contributo che il suo ente potrà offrire grazie ai dati sistema Excelsior, forse la banca dati più importante che riguarda il mondo dell’impresa e del lavoro.
Il direttore dell’Unione Industriale Pier Francesco Corcione ha invece sottolineato il contributo della Prefettura che ha con- sentito di superare difficoltà burocratiche e di snellire le procedure per restringere i tempi di accesso al lavoro di queste persone. L’Unione industriale biellese, insieme alle altre organizzazioni datoriali aderenti, potrà anche fare tesoro in questa fase dell’esperienza maturata grazie all’accordo triennale sottoscritto a gennaio per incrociare domanda e offerta di lavoro in modo coordinato e attraverso strumenti precisi, come l’utilizzo del portale “Io Lavoro”, la piattaforma di Agenzia Piemonte Lavoro. Il presidente di Cna Gionata Pirali ha parlato di una prassi biellese che può diventare un modello per tutta l’Italia, mentre il suo collega di Confartigianato Cristiano Gatti ha detto che soprattutto per le piccole imprese questo accordo porterà benefici consentendo il reperimento di manodopera con maggiore facilità. Angelo Sacco, presidente della Confesercenti ha poi rimarcato l’aspetto sociale dell’iniziativa, vero valore aggiunto, mentre Maurizio Trucci, presidente dell’Api, ha parlato di una sinergia di successo tra i vari attori territoriali.
I sindacati svolgeranno un ruolo di accompagnamento e di insegnamento della lingua italiana per favorire le opportunità di integrazione offerte da questo accordo.
«Biella, da questo punto di vista, si è dimostrata un territorio molto fertile per sperimentare il nuovo sistema» ha commentato Daniele Mason della Cgil. Maria Cristina Mosca della Uil ci ha tenuto invece a sottolineare l’aspetto sociale e umanitario, accanto a quello economico, del progetto. Per la Cisl è invece intervenuto Amhed Naim, che si è detto «orgoglioso di appartenere a questo territorio», osservando che il suo sindacato da anni svolge un’importante attività con lo sportello migranti il cui lavoro potrà essere utile anche in questa occasione. Infine, è intervenuto Andrea Quaregna, segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, che ha sottolineato come il lavoro sia lo strumento più efficace per ottenere una vera integrazione: «Noi siamo a disposizione dei partner di questa iniziativa per garantire attività di formazione, anche utilizzando una realtà come Città Studi e coinvolgendo operatori del terzo settore».
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