Nuovi mondi. Biella protagonista a gennaio in una spedizione antartica
Galleria fotografica
L’iniziativa nasce da tre alpinisti, tra cui il biellese Gian Luca Cavalli ed è supportata dal locale Club alpino Obiettivo esplorare e scalare montagne vergini. Verranno testati anche i nuovi tessuti della Botto GiuseppeQuanti navigatori e alpinisti si sono svegliati nel Passaggio di Drake, quel tratto di mare dove le correnti di due oceani, l’Atlantico e il Pacifico, convergono? Serena o tumultuosa la traversata è molto imprevedibile. Ciò che è certo è che un viaggio come questo offre emozioni difficilmente eguagliabili: albatros e pinguini, foche e balene. Quelle emozioni presto le vivrà il biellese Gian Luca Cavalli, alpinista e accademico dl Club alpino italiano, nonché istruttore della Scuola nazionale di alpinismo Guido Machetto del Cai Biella. Il 27 dicembre, con altri due compagni, volerà alla volta di Ushuaia in Argentina (Terra del Fuoco), da qui si imbarcherà sulla “Ice bird”, barca a vela che condurrà il trio fino alla penisola antartica dove è il loro obiettivo principale: esplorare e scalare alcune delle cime ancora inviolate. Lo yacht sarà anche il loro campobase. Alcune vette sfiorano i 5 mila metri. Ma a rendere difficile alla vita agli scalatori indubbiamente saranno le condizioni climatiche. L’Antartide è il luogo più freddo sulla terra, un enorme calotta glaciale che copre il continente di circa il 90%. La temperatura media del continente si assesta sui -49 gradi. A gennaio, il mese più caldo, si assesta a circa -28. «Arrampicare in Antartide credo sia qualcosa di speciale. Ci pone la sfida di interagire in modo più responsabile con l'ambiente naturale di cui siamo tutti parte. Non dobbiamo danneggiare ciò su cui ci affidiamo per la nostra sopravvivenza, dobbiamo farne uso senza distruggerlo per condividerlo con altri. La nostra scelta ci definisce come persone e non solo come alpinisti dell’Antartide» dice Cavalli che di montagne e luoghi “vergini” qualche esperienza ne ha: ha infatti arrampicato in Kirghizistan aprendo nuove vie e nel 2017, nella spedizione “TransLimes” ha scalato una cima inviolata nel Karakorum pakistano battezzandola “Cima Biella”. Per quella spedizione alpinistico-esplorativa Gianluca Cavalli, ha ottenuto la nomination a Piolets d’Or, gli “Oscar dell’alpinismo”, con grande visibilità mediatica. Con Gianluca ci sarà il compagno di tante avventure, il genovese Marcello Sanguineti e l’amico bellunese, alpinista cineoperatore, Manrico Dellagnola. «Viviamo la passione per l’alpinismo nel tempo libero, in un continuo “gioco a incastri’’ con famiglia e lavoro. Vogliamo raccontare e far conoscere agli appassionati di montagna una spedizione realizzata da alpinisti in terre remote che, nell’immaginario collettivo, sono prerogativa di chi pratica l’alpinismo per professione» aggiunge Cavalli. La spedizione parla biellese, oltre che per la presenza di Cavalli per il supporto essenziale prestato dal Cai Biella e da diverse aziende del territorio che hanno deciso di investire in questo progetto. Primo fra tutti il Lanificio Botto Giuseppe e figli, storica azienda che dal 1876 produce filati e tessuti con fibre naturali. L’azienda ha scelto questa spedizione in antartide per testare un nuovo progetto di tessuti in seta denominato Cocoon, prendendo spunto dalle proprietà del baco del Bombix Mori: protezione dagli agenti esterni sia termici che batterici, altissima resistenza, anallergicità, protezione dai raggi uv e mantenimento delle condizioni ottimali di umidità. A queste proprietà della seta si sono combinate nuove tecniche di produzione che han dato vita a prodotti innovativi, pesi leggerissimi in grado di mantenere un comfort elevatissimo sia in presenza di climi rigidi quanto caldi. L’azienda in una nota scrive: «Botto Giuseppe spera così di sensibilizzare ancor più i suoi consumatori al rispetto dell ambiente, soprattutto verso l’irrefrenabile riscaldamento globale e il relativo scioglimento dei ghiacciai.[caption id="attachment_28387" align="alignnone" width="960"] Gian Luca Cavalli.[/caption]Gian Luca Cavalli da più di trent’anni scala sulle Alpi e su montagne extraeuropee. Ha partecipato alla prima spedizione italiana su un “7000”, in Kazakistan, e ha preso parte ad una spedizione in Pakistan, tentando un “8000”. È stato sulle montagne dell’Asia Centrale, per aprire vie nuove in Pamir. Ha scalato pareti di ghiaccio e roccia in Giordania, Scozia, Canada, Utah, Colorado, Nevada, Marocco e Africa Centrale. Istruttore di Alpinismo (IA), è membro del Club Alpino Accademico Italiano (CAAI), dove è anche Vice-Presidente del Gruppo Occidentale. Nel CAAI è inoltre stato membro della Commissione Tecnica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA