Occhieppo Inferiore, i terreni di San Clemente diventano agricoli
Il consiglio comunale di Occhieppo Inferiore ha deliberato mercoledì l'adozione di una variante al piano regolatore, che porterà alla trasformazione da edificabili ad agricoli di alcuni lotti di terreno in via san Clemente, via Barazzone e via del Sole. Si tratta dell'unica grande area verde del paese, dove sorgono anche alcuni siti storici. Monica Mosca, sindaco di Occhieppo Inferiore, spiega il perché della modifica: «Il progetto riguarda solo alcuni lotti P.E.C. (piano esecutivo convenzionato, ndr) della zona di San Clemente, mentre altri hanno mantenuto il proprio status. La scelta è frutto di un progetto iniziato nel 2015 dopo attente valutazioni: la zona interessata infatti resta l'unica grande area verde del comune. Si tratta di una parte di territorio rurale, dove sorgono il Santuario di San Clemente, sito storico risalente al 1100 e diverse cascine antiche. Per questo abbiamo voluto evitare ulteriori insediamenti costruttivi, in accordo con i proprietari dei terreni. Inoltre, il recente piano paesaggistico regionale consiglia di attuare piani di salvaguardia per i terreni con caratteristiche agricole e storiche. Da qui la scelta di realizzare una mappatura delle aree boschive del nostro comune». Oltre alle motivazioni storiche e ambientali, ce n'è una legata ad una fetta di economia del paese, come spiega lo stesso primo cittadino: «A Occhieppo ci sono ancora alcuni allevatori, che utilizzano proprio quei prati come pascoli. Motivo in più per trasformarli in agricoli». L'ultima motivazione, ma non certo meno importante, è legata alla sicurezza: «Costruire nuclei abitativi comporterebbe dei rischi dal punto di vista urbanistico. Ogni volta che si verificano abbondanti piogge infatti, l'acqua fatica a defluire e si rende necessario l'intervento della protezione civile. A questo proposito abbiamo già pianificato un'intervento in accordo con Cordar. Si tratta di un progetto molto oneroso, per il quale serviranno fondi che al momento non abbiamo».
Su Il Biellese di venerdì 3 agosto.
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