Parole - Il ponte, i runners, i treni, la Pedemontana, gli studenti: lasciamo che giri la ruota

È ormai un dato di fatto. Qualche problema su spostamenti, movimenti e trasporti lo abbiamo. E pure evidente. La logistica, intesa sulle persone e non sulle merci, da queste parti sembra difettare. Sia per gli “stranieri” sia per gli “indigeni” lanieri.
Non può più essere considerato un caso se con i treni perdiamo le coincidenze, con l’autostrada non troviamo il casello, con i cantieri restiamo orfani dei materiali, con la viabilità finiamo in coda, con i runners corriamo in divieto e con gli studenti parcheggiamo troppo lontano.
Può essere che sia solo sfortuna, ma certo la sequela di infortuni “logistici”, di lungo corso o di fresca scoperta, porta a sorridere per un territorio che sembra riuscire sempre più a scontentare piuttosto che ad accontentare.
Una soluzione la si troverà a tutto, ma forse ciò che scoraggia non è immaginare che non si arriverà a quella, ma essere sicuri che quando succederà sarà tardi. Un po’ come successo, per restare in tema di viabilità, con la superstrada fin a Valle Mosso, arrivata con parecchi anni di ritardo rispetto alle esigenze del territorio.
E allora, così scherzando, è ragionevole pensare che per i treni avremo tracce aggiuntive verso Torino quando esisterà solo lo smart working, che avremo l’elettrificazione verso Milano quando l’elettrificazione non servirà più, che la Pedemontana sarà completata quando l’autostrada costerà talmente tanto (non dovrebbe mancare molto comunque) che la si userà solo per ragioni di estrema necessità, che i materiali per il cantiere dei cantieri, quello del ponte, arriveranno solo quando i ragazzi rimetteranno lo zaino sulla schiena, che le strade alternative per evitare le code le percorreremo solamente quando anche quelle saranno trafficate, che i runners correranno su una strada isolata solo nel momento in cui riconsentiranno loro di camminare su una bretella con le auto a sfrecciare, che gli studenti universitari vorranno farsi una corsetta solo quando sapranno di poter posteggiare davanti alla cattedra. Ah. E dire che a volte basterebbe guardare le cose da un altro punto di vista. Magari come se si fosse su una ruota panoramica. Già, ma anche lì non era andata esattamente bene. 

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