Ad una settimana dall’episodio in un quartiere di Roma dello scippo ad un’anziana e del pestaggio all’autore, restano nell’ordine aperte le ricerche del malvivente, dileguatosi come non gli era riuscito dopo l’atto vile di strappare una collana dal collo di una 90enne, e l’individuazione del branco di giustizieri fai da te. La vicenda difficilmente arriverà a conclusione con lo scippatore che prima di svanire ha fatto in tempo a denunciare gli aggressori, nel mentre scomparsi nella ridda di calci e pugni.
Nell’attesa bisognerebbe fare una scappata dalla signora che ha ripreso le botte con il cellulare aggiungendo un audio risparmiabile: «Ao, bip bip, la macchina de mi fija no. Levalo da quella macchina». In un Paese civile non ci dovrebbe essere lo scippatore, ma in uno normale, almeno, l’A-Team de noantri avrebbe fermato il ladro da quattro soldi per poi chiamare le Forze dell’ordine. Cosa, quest’ultima, che avrebbe dovuto fare anche lady telecamera di sorveglianza se non si fosse preoccupata più del cofano dell’auto che di quanto stesse accadendo. Finendo con delle parole per mortificare quello sconosciuto del senso civico. E tanto da far passare in secondo piano un reato e l’immaginabile esasperazione di gente accerchiata dalla criminalità. Il dizionario della lingua italiana in un caso del genere suggerisce una parola: grottesco. Peccato che nella situazione l’unica coinvolta a sapere di un vocabolario e del suo utilizzo finisca per essere l’anziana. Che sarà tornata su quella via con un’altra catenina al collo, sperando al più, paradosso, sì, di incontrare solo lo scippatore (che pare le abbia chiesto scusa), ma non la squadriglia, la reporter dal balcone e auto parcheggiate. Perché non potrebbe più sopportare, lei, educata al secolo scorso, quelle che sono inaccettabili ingerenze della moderna e volgare ignoranza su quel che dovrebbe essere una persona.
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