Ho il sospetto che possa diventare, se non lo è già al suo ingresso social, l’influencer influenzata più che influente. Per intanto, come molto in Italia, è un caso nazional-popolare e social-e.
Perché la Venere di Botticelli non s’era mai vista “animata” e vestita con t-shirt e minigonna alla Chiara Ferragni o in barca neanche fosse la Diletta Leotta delle estati più torride. Ma se il fatto che così non si fosse mai vista non precludeva la possibilità che prima o poi sarebbe potuto succedere, il ragionamento ora verte sul fatto che a trasformarla sia stato il Ministero del Turismo (con Enit), attraverso una delle agenzie pubblicitarie più note, e sull’opportunità che fosse necessario rendere “viva” un’opera d’arte per «vendere la nostra nazione» agli stranieri, stando alle parole del ministro Santanchè.
Credo che la Venere di Botticelli fosse già sufficientemente espressiva nella sua tela, senza vestiti e sopra la sua conchiglia che la fa una perla. Lo è sempre stata. Ho come il dubbio che altrimenti dal Rinascimento, non ieri l’altro, si sarebbe persa traccia di lei: i suoi 537 anni, o 538 che siano, li porta piuttosto bene.
Il pensiero di voler rendere moderna la Venere, attraverso il suo avatar social venereitalia23, finisce con il diventare un falso storico. L’opera di Botticelli (eterna nella sua perenne contemporaneità) non ha bisogno del trucco della grafica digitale per arrivare a milioni di follower su Instagram. Perché farla uscire dagli Uffizi, quando forse, in un’epoca violentata dai like, basterebbe qualche influencer in più dentro ai musei (nel modo adeguato, bene inteso) e a spasso tra le bellezze d’Italia per vendere bene il nostro paese? In questo senso temo che, pur carina nella sua versione digitale, venereitalia23 possa finire stritolata dalle, ahimè, vere influencer di oggi più che essere influente. L’errore sta nel fatto di considerare più facile usare la tecnologia per rendere le opere d’arte influencer, invece che usare, bene, le persone come influencer migliori.
Il mio è solo un pensiero, poi mi adeguo al claim della campagna (costata 9 milioni di euro), restando comunque potenzialmente “Open to meraviglia”, nel caso venereitalia23 recuperi in fretta il gap con chiaraferragni. E magari il profilo su Twitter dove ora sì ce n’è uno, ma non ufficiale.
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