Eh, niente. Se avesse scelto un allontanamento, diciamo, più comune, per farsi un’altra vita, a trovarlo e a metterlo davanti ad una busta se non alle sue responsabilità, ci avrebbe pensato un sabato sera su Canale 5 Maria De Filippi con uno dei suoi postini. E invece ci è riuscita Federica Sciarelli con il suo “Chi l’ha visto?” a riesumare Adamo Guerra, l’uomo che aveva finto un gesto estremo e disperato per allontanarsi da tutto. Se lo avesse fatto, buttandosi, come aveva voluto far credere, dal pontile di un traghetto, c’è da pensare che l’avrebbe ritrovato Roberto Giacobbo con le telecamere di Freedom. Già, perché l’ex negoziante di Lugo, dedito in Grecia da una decina d’anni all’oblio, primo fra tutti quello verso la famiglia, non aveva evidentemente fatto i conti fino in fondo e soprattutto con le nostre trasmissioni televisive. E in un sol colpo è come se avesse recuperato, abbondantemente con gli interessi, tutto quel silenzio che con una vile menzogna aveva cercato, non si sa per quale ragione, e ottenuto. Da quarantotto ore, le stesse che dieci anni fa più o meno erano servite a credere con ragionevole certezza alla sua volontaria scomparsa definitiva, Adamo Guerra è assurto ai riflettori della notorietà, la stessa che non voleva più avere neppure per la sua famiglia.
Che cosa spinga un uomo a compiere certe azioni resta un dilemma, il come queste vengano messe in atto, nel caso specifico, è una forzatura insostenibile a quella che dovrebbe essere la normale condizione umana. Perché abbandonare, fingendosi morto, una moglie, seppur ex, due figlie adolescenti e due genitori in pensione è qualcosa di imbarazzante per l’animo. Lo stesso cui in pratica si era appellato interiormente scrivendo lettere d’addio che oggi ribaltano la sua condizione di vittima e sono carta straccia per i sentimenti di chi lo sapeva marito, padre e figlio. Che poi a far crollare il suo castello, con quella che in sostanza è l’iscrizione alle liste elettorali all’estero, a due lustri di distanza sia stata la sua, evidentemente, irrefrenabile voglia di votare è, naturalmente su un altro piano e qui con un po’ di ironia, altrettanto inspiegabile e folle. Perchè gli sarà sfuggito che a essere segreto è solo il voto e non chi quello lo esprime. Strana la vita e quella di Adamo Guerra, reietto da se stesso, ancora di più: dopo essere scappato da mille doveri si è fatto vivo, suo malgrado, per rivendicare un diritto che non sembra emozionare più così tanto. Proprio come ad un certo punto la sua storia, prima di un’impennata pari solo a quella dell’astensionismo elettorale di cui non avrebbe voluto sentirsi complice. Se avesse voglia di tornare in Italia, non certo per vedere i suoi cari dimenticati, diventerebbe, con la vis politica che l’ha fregato, “materiale” buono per Del Debbio che già è come se si sentisse nello studio di Dritto e rovescio: «Mi dica Adamo, cosa la spinge a votare?».
Eh, niente, potrebbe pensarci, intanto Magalli con il suo “Mezzogiorno in famiglia” non è più nei palinsesti.
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