L’operazione dovrebbe essere quella di guardare il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto. Il fatto che alcuni turisti americani siano rimasti chiusi per diversi minuti sotto il sole cocente in una cabina della ex funicolare per salire al Piazzo è certo l’ennesimo brutto colpo per il nostro bersagliato territorio. Perché la notizia si è propagata sufficientemente a creare imbarazzo. Perché i servizi dovrebbero funzionare. Perché comunque il rischio che quei turisti possano ricordare più Biella per l’incidente che altro è evidente.
Però, c’è un però. E torno al bicchiere mezzo pieno. Per una volta, solo una, proviamo a concentrarci sul fatto che nella nostra città ci fossero una decina di americani per andare a spasso. D’abitudine avevo sempre sentito di biellesi in America per turismo piuttosto che il contrario. E senza neppure dover paragonare gli otto stati della Ruote 66 agli otto comuni della tangenziale. Quindi da qualche parte avranno letto, visto o sentito di un territorio da visitare: il nostro! Forse avevano ascoltato un Barbero qualunque del Wisconsin lodare il Ricetto, un giornale del Missouri scrivere righe su piazza Cisterna, un podcast di una web tv dell’Ohio far riecheggiare Oropa. Senza l’inattesa sosta su una cabina di metallo certo avrebbero portato resoconti più entusiastici oltreoceano. Ma chi ci dice che, invece, ad amici e parenti non racconteranno di aver visto panorami da incorniciare, di essere stati a “casa” di Zegna, di aver mangiato un piatto dal nome impronunciabile per loro, polenta concia, ma buonissimo.
È questo il bicchiere mezzo pieno che qualche volta anche noi dovremmo provare a vedere, anche perché loro, gli americani, il bicchiere, assaggiando i nostri vini, l’avranno lasciato completamente vuoto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA