Passaggio di testimone a “Nuraghe Chervu” tra l’anziano “pica-pere” Piero Ottino e due giovani artigiani di Candelo

Nelle immagini, Costantino Sanna e Battista Medde di “Su Nuraghe”: scelta delle pietre alle Cave Barbera di Cerrione; Roberto Spilinga e Roberto Musicco: prelievo delle pietre a “Nuraghe Chervu” e loro lavorazione nel laboratorio di Candelo.

È stata affidata a “2R” marmi, la ditta di Roberto Spilinga e Roberto Musicco, formata da due giovani artigiani che, dallo scorso mese di settembre, operano a Candelo, la lavorazione delle pietre di “Nuraghe Chervu”, dedicate ai nuovi nati nella comunità sarda di Biella.Sono pietre del Monte Rosa provenienti dalle Cave Barbera di Cerrione, estratte a ridosso delle aurifodine, antiche miniere d’oro a cielo aperto coltivate da Salassi e da Romani. Scelta appropriata di ciottoli che, simbolicamente, mette in connessione i nuovi nati con la terra di accoglienza: geologia e storia locale.Non solo. La scelta del quarzo aurifero del Monte Rosa, levigato dai torrenti alpini, pietre focaie capaci di generare fuoco che riscalda e luce che illumina, rimanda alla simbologia del sole nel pieno del suo splendore: materiale rappresentazione beneaugurale di vita e prosperità sulla quale incidere il nome di chi sboccia alla vita.I due Roberto della “2R marmi”, ai quali è stato commissionato l’incarico delle incisioni, subentrano nell’arte della pietra all’anziano Piero Ottino, fin dall’inizio esecutore materiale delle sculture presenti a “Nuraghe Chervu”. Ringraziamento e saluto da parte di “Su Nuraghe” in questo passaggio di testimone allo scalpellino della Valle Cervo, ultimo anello di una lunga catena di “pica-pere”, e ai due ragazzi entrambi nati a Biella, le cui famiglie provengono da Puglia e da Calabria, figli - al pari dei Sardi - della grande emigrazione del secondo dopoguerra.Arte della pietra che, grazie a loro, continua nell’edilizia, nell’arredamento, nel restauro, nell’oggettistica di design e in quella funeraria.

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